Portico, a fine mese se ne va l'unico medico di base: "E adesso come facciamo?"

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Alla fine del mese la dottoressa Laura Pezzi andrà in pensione. I cittadini del comune, infatti, da quel momento in poi non potranno più contare sul proprio medico di base. Di fatto, quindi, resteranno senza un dottore che li assista o a cui fare riferimento anche solo per una semplice impegnativa o visita. «Sono molto preoccupato per questa situazione, non tanto per quei cittadini automuniti ma in modo particolare per i nostri anziani – afferma il primo cittadino Maurizio Monti –. Non sappiamo come al momento evolverà la situazione, certo è che non ci sono medici disponibili a venire qui. Io stesso ho parlato con il ministro Garavaglia. È vero c’è l’intenzione di aprire le università e non contare più su Facoltà a numero chiuso, ma comunque servirebbero anni prima di avere sul territorio un medico formato. E noi fino ad allora, se non troveremo una soluzione, saremo senza dottore». Un disagio non di poco conto. «Significa che a fine mese i cittadini di Portico e San Benedetto dovranno spostarsi per andare dal medico – continua il sindaco –. Non è detto che sia il dottore di Rocca San Casciano, dipende dalla disponibilità dei singoli. Il rischio è che si debba arrivare fino a Forlì oppure a Dovadola o Castrocaro. Per il momento una soluzione sembra non essere vicina anche se il primo cittadino è in costante contatto con l’Ausl Romagna per porre rimedio a questa situazione. «Io stesso – prosegue Monti –, mi sono messo all’opera. Sono alla ricerca di qualche medico che sia disponibile almeno a fare ambulatorio una volta a settimana in paese. Con la popolazione anziana, che molto spesso non guida nemmeno, è importante garantire questo servizio essenziale». La prospettiva, quindi, è quella di provare a percorrere questa strada e che, nel frattempo, qualcuno risponda al secondo bando indetto dall’Ausl Romagna, il primo era andato deserto. «Siamo un Comune di montagna, scomodo e lontano dalla città – conclude Monti –. Certo, che decenni di politiche errate ci hanno portato a questo, se non riusciamo a garantire i servizi essenziali non riusciremo a invertire la rotta dello spopolamento. La montagna non è solo fare una passeggiata nel fine settimana, ci sono comunità che vi risiedono e non possono essere trattati come cittadini di serie inferiore rispetto a quelli di città o comunque dei Comuni più abitati».

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