Rimini, pescherecci in rivolta contro il taglio della pesca a strascico

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Sono poco meno di un centinaio, su una flotta complessiva di 500 pescherecci, quelli che fra Rimini, Cesenatico, Bellaria e Cattolica, praticano ancora la pesca a strascico. Un contingente che nell’ultimo ventennio si è quasi dimezzato, come sottolinea Massimo Bellavista, responsabile pesca e acquacoltura Emilia-Romagna di Legacoop Agroalimentare, «e che il nuovo taglio del 30% delle aree di pesca disponibili che l’Unione europea vorrebbe imporre, per noi significherebbe un ulteriore taglio di imbarcazioni, al prossimo bando per gli arresti definitivi, di oltre il 20%. Ricordo che sono queste imbarcazioni che occupano il maggior numero di addetti sul territorio, ma anche le stesse che procurano ai mercati la maggiore varietà di specie ittiche, al contrario di altre tipologie di pesca più selettive, che alimentano quindi anche la nostra tradizione marinara a tavola».

La mobilitazione

A mobilitarsi domani sono Alleanza cooperative italiane pesca, Federpesca, Coldiretti impresa pesca, Unci agroalimentare che hanno deciso di rispondere all’appello dell’Alleanza Europea della pesca a strascico. L’11 maggio a Strasburgo si discuterà infatti dei nuovi divieti di pesca e delle nuove restrizioni che si intendono imporre attraverso il Piano d’azione per proteggere gli ecosistemi marini. La proposta che verrà avanti sarà quella di vietare la pesca a strascico nel 30% delle aree di pesca disponibili oggi. Per la cooperazione, che associa nel Riminese la totalità dei pescherecci interessati, si tratta di una «ulteriore tagliola che mette in ginocchio il comparto».

La protesta

Le marinerie dell’Emilia-Romagna aderiscono compatte all’appello delle associazioni nazionali con 6 presidi nei porti della regione: Bellaria Igea-Marina, Cattolica, Cesenatico, Goro, Porto Garibaldi e Rimini. Qui l’appuntamento è fissato per domani e 11.30 sul molo davanti alla Capitaneria di porto, a Bellaria Igea Marina alla banchina del porto e a Cattolica alla banchina di carico e scarico. I pescherecci attiveranno per cinque minuti le sirene per dare voce rumorosamente al loro dissenso rispetto alle proposte della Commissione europea. «È stata scelta la data del 9 maggio in quanto Giornata dell’Europa – spiega ancora Massimo Bellavista –, per evidenziare le forti preoccupazioni dei pescatori, arrivati al limite della sopravvivenza. La politica comune della pesca dovrebbe unire i pescatori e renderli orgogliosi dell’Ue, invece si è trasformata in una politica di restrizioni e di privazione dei diritti civili». Sempre il 9 maggio, annuncia Legacoop, sui social network verranno caricate le immagini ed i video prodotti durante i presidi lungo tutte le coste europee, dal Mediterraneo all’Atlantico, dal Mare del Nord al Baltico, fino all’Adriatico. «I pescatori e le loro comunità sono cittadini europei – dichiara in una nota Vadis Paesanti, vicepresidente Fedagri Pesca Emilia-Romagna –. Svolgiamo il nostro ruolo fornendo un prodotto alimentare di grande qualità ai nostri concittadini e lo facciamo in modo sostenibile, secondo una delle normative più severe al mondo». «C’è un grande malcontento e tanta incertezza per l’attuale situazione – aggiunge Patrizia Masetti, responsabile pesca Agci/Agrital Emilia-Romagna, e assistiamo a una continua riduzione della flotta peschereccia a causa della regolamentazione europea per proteggere l’ambiente marino e recuperare gli stock ittici».

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