Perdita di olfatto e gusto per Covid, a Forlì si studia la cura

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«Una percentuale tra il 10 e il 30% di chi ha contratto il Covid non ha ancora recuperato gusto e olfatto, anche a distanza di diversi mesi». Claudio Vicini, primario di Otorinolaringoiatria dell’ospedale Morgagni Pierantoni di Forlì, narra quello che definisce un disturbo «molto comune in casi di infezione, ma di cui si parla troppo poco». L’anosmia, ovvero l’assenza o diminuzione del senso dell’olfatto, e l’ageusia, del gusto, sono sintomi caratteristici del Covid-19 che pur essendo transitori nella maggior parte dei casi, «a volte permangono, causando gravi disturbi ai pazienti». «Oggi, nel nostro reparto - annuncia il primario - stiamo testando alcune tecniche di riabilitazione per aiutare chi soffre di questo disturbo a recuperare i sensi che ha perso. Due ragazzi, Eugenio Genesi e Davide Cassano, hanno deciso di avviare una raccolta fondi per dotare l’ospedale della strumentazione tecnica necessaria a fare ricerca sul fenomeno. A breve partiranno per raggiungere Santa Maria di Leuca in bicicletta». Concentrare gli sforzi per riuscire a curare quella che non stenta a definire una «menomazione», per Vicini oggi più che mai è fondamentale. «Con l’avanzare della variante Delta o di altre mutazioni del virus che potrebbero nascere è importante fare luce anche su questi disturbi. Per chi ne soffre, è come se all’improvviso si rompesse un interruttore: anche di fronte a un manicaretto non senti più alcun odore né sapore».


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