Peppe Servillo al teatro Stignani di Imola

Senza iperboli: è un territorio in ginocchio, quello romagnolo, diviso da una linea immaginaria ma drammatica fra chi ha perso tanto o tutto, e chi invece è stato fortunato. L’evento di oggi al teatro Ebe Stignani di Imola (ore 21) Emilia Romagna Festival l’aveva già programmato da tanto, e Bambini che suonano per altri bambini. Condividere e sognare insieme…, era stato pensato dal direttore artistico Massimo Mercelli e dagli interpreti, in primo luogo Peppe Servillo, per aiutare tramite Unicef i superstiti del terremoto dello scorso febbraio in Turchia e Siria. Ma ora a emergenza si è aggiunta emergenza: e Unicef destinerà metà del ricavato allo scopo originario e metà ai bambini dell’Emilia-Romagna alluvionata. Questa sera (ore 21) al teatro Stignani si alza il sipario quindi sullo spettacolo dei ragazzi delle scuole di musica cittadine, con Peppe Servillo e con l’Innocenzo da Imola ensemble diretto da Massimo Ghetti, Annalisa Mannarini, Letizia Ragazzini, Stefano Stalteri, Marco Trebbi e Luigi Zardi.

«È un segno di reazione e di vitalità – commenta Servillo – un lavoro fatto con le scuole per i bambini di altre scuole. Oggi abbiamo iniziato le prove e siamo tutti carichi per lo spettacolo in cui eseguiremo brani di grandi autori, da Modugno a Tenco a Dalla e Paoli».

È un progetto che coinvolge moltissimi ragazzi.

«Ne ho già conosciuti alcuni, venuti a salutarmi a Faenza il 1° aprile per l’ultimo spettacolo della stagione “Erf. Teatro e musica Masini”. Sono occasioni di formazione e crescita, esperienze concentrate in pochi giorni che riguardano l’aspetto musicale ma anche la disciplina delle prove, il lavoro insieme, la necessità di confrontarsi con un adulto che ha esperienza, e con un testo… E al momento dell’esibizione tutto va mescolato insieme, secondo una chiave personale da cui nasce un’esperienza fondamentale».

Sembra quasi che lei sperimenti le stesse dinamiche degli studenti con cui si esibirà.

«Forse perché ne parlo di riflesso rispetto alla mia esperienza di ragazzo, autodidatta. Sono passaggi importanti, che possono confermare o meno una scelta. I ragazzi li hanno già sperimentati con Elio, perché è il teatro con la sua platea gremita che fa vibrare le cose in maniera speciale».

Come avete scelto i brani in programma?

«Abbiamo privilegiato la canzone tradizionale italiana e popolare, I ragazzi possono confrontarsi così con la poesia di questo genere musicale, con le parole, con i volumi diversi di suono che portano a favorire il senso. Dal canto mio, sono sicuro che proverò emozioni nuove, nate dalla loro sensibilità giovane, anche nel repertorio che sento più vicino alle mie passioni. In realtà però nella scelta c’è stata molta condivisione».

E avete privilegiato gli autori secondo criteri particolari?

«Un Modugno, ma anche Dalla, sono autori nazionali ma hanno una radice dialettale per la fonetica, per la caratterizzazione dei personaggi che cantano. Per questo fanno parte della storia del nostro Paese, e per questo li abbiamo scelti. Certo, non mi aspetto che dei giovani conoscano il repertorio tradizionale, in questo il loro interesse è del tutto nascente. Ma vedo in loro gioia, curiosità, divertimento… emozioni che nelle persone più grandi rischiano magari di affievolirsi».

Emozioni che i giovani stanno dimostrando anche in questi terribili giorni, con l’aiuto agli alluvionati.

«Infatti mi auguro che iniziative come questa di Imola diventino un costume perché, senza retorica, dimostrano o risvegliano la sensibilità verso il prossimo. Poi, purtroppo, le emergenze dovute al cambiamento climatico sembrano ormai incombenti, anche se non mi sembra siano entrate nell’agenda quotidiana, soprattutto dei politici. Ma c’è una connessione da fare: i borghi della Romagna, il fiume Sarno in Campania letteralmente ucciso dall’inquinamento, sono opere d’arte. Tutto il territorio in cui viviamo è un’opera d’arte, di cui non siamo autori, ma del quale siamo responsabili». Biglietto: € 12-7.

Info: 0542 25747

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