Parte il Giro d'Italia, Emilia-Romagna protagonista

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Al via il Giro d’Italia 2019, un’edizione che vedrà l’Emilia-Romagna protagonista come mai prima. Con Bologna, città della grande partenza l’11 maggio, e Riccione, Ravenna, Modena, Carpi, tutte località di arrivo o partenza di una tappa, passando per la Repubblica di San Marino. Già 25 anni fa, nel 1994, la Corsa Rosa era partita dal capoluogo felsineo, ma è la prima volta che una porzione così estesa del territorio lungo la via Emilia sarà attraversata dai campioni in gara. Oltre alle città tappa, molte altre, insieme a Comuni e paesi, saranno toccate dalla carovana del Giro, come Sasso e Pontecchio Marconi, Vado, Rioveggio, Russi, Bagnacavallo, Lugo, Sesto Imolese, Budrio, San Giovanni in Persiceto, Crevalcore, Camposanto, Bomporto; e poi, ancora, Correggio, Reggio Emilia, Parma, Fidenza, Fiorenzuola d’Arda, Piacenza, Castel San Giovanni.

Una grande festa popolare e dello sport, che avrà il suo avvio ufficiale domani, giovedì 9 maggio, dalle 21.30 alle 23, in Piazza Maggiore a Bologna con la cerimonia di presentazione delle 22 squadre e dei 176 atleti in gara. Un evento aperto a tutti (ingresso libero fino ad esaurimento della capienza della piazza), con un suggestivo spettacolo di luci, video e performance. Ospiti speciali, ‘Le Farfalle’ della quadra nazionale italiana di ginnastica. Uno show che farà praticamente da prologo alla cronoscalata Bologna-San Luca, la prima tappa di questo Giro (partenza sabato 11 alle 16.30 sempre da Piazza Maggiore).

A presentare l’edizione 2019 – la numero 102 - oggi a Bologna, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, con il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Giammaria Manghi; il sindaco di Bologna, Virginio Merola, con l’assessore al Turismo e sport, Matteo Lepore; il sindaco di Carpi, Alberto Bellelli; l’assessore allo Sport del Comune di Modena, Giulio Guerzoni; l’assessore allo Sport del Comune di Ravenna, Roberto Fagnani. Per la Repubblica di San Marino, il Segretario di Stato per il Territorio, l’ambiente e il turismo, Augusto Michelotti. Con loro il presidente di Apt, l’Azienda regionale per il turismo dell’Emilia-Romagna, Davide Cassani.

Gli eventi a Riccione, Ravenna e San Marino

L’Emilia-Romagna si prepara ad accogliere la grande carovana del Giro dall’11 al 22 maggio. Con il Quartier generale e il Media center a Fico Eataly World a Bologna, ma anche con un ricco programma di eventi, organizzato dai Comuni delle città tappa e dalla Repubblica di San Marino. Dalle duemila ore di pedalate gratuite che Mobike, il gestore del bike sharing a Bologna, sabato 11 maggio metterà a disposizione dei prime mille cittadini che scaricheranno l’app; allo spettacolo di fuochi d’artificio sul lungomare la notte di sabato 18 maggio, con il quale Riccione darà il suo benvenuto al Giro. Dall’opera teatrale “Il bestiale giro del 1914” - in scena il 20 maggio a Ravenna - che Ivano Marescotti ha dedicato all’edizione vinta dal bolognese Alfonso Calzolari nel 1914; alle maxi-figurine Panini dei “capitani” delle 22
squadre del Giro 2019 esposte nei negozi del centro storico di Modena. Fino alle suggestive scenografie urbane in rosa che la Repubblica di San Marino ha allestito per accogliere sportivi e visitatori e alle iniziative con cui le associazioni sportive di Carpi saluteranno il Giro animando Piazza dei Martiri, prima dell’avvio della tappa.

La 102esima edizione del Giro d’Italia è un progetto frutto della collaborazione tra Rcs/Gazzetta dello Sport e Regione Emilia-Romagna con i Comuni di Bologna, Riccione, Ravenna, Modena, Carpi e il Governo della
Repubblica di San Marino. Il Giro è da sempre un appuntamento che coinvolge appassionati e sportivi, ma è anche una grande vetrina per presentare al mondo - le sue immagini vengono trasmesse in 198 Paesi - le eccellenze di tutto un territorio. La Food Valley con i grandi vini e i grandi prodotti Dop e Igp, ben 44, record europeo; la Motor Valley e i suoi marchi: Ferrari a Lamborghini, da Ducati a Maserati, per citarne solo alcuni; la Wellness Valley e il circuito di stazioni termali. E ancora: la Riviera Romagnola, le città d’arte lungo la via Emilia, l’Appennino con i suoi Borghi e la rete di parchi con il loro straordinario patrimonio di biodiversità.
Un’opportunità unica anche da un punto di vista turistico, per una regione che piace sempre di più, col record di quasi 60 milioni di presenze nel 2018, e che è stata incoronata destinazione Best in Europe 2018 dalla Guida Lonely Planet. Tra i settori in crescita anche quello del cicloturismo: l’Emilia-Romagna è infatti seconda in Italia dopo il Trentino Alto Adige in questa speciale classifica, con 300mila arrivi all’anno di tourist bike, in prevalenza stranieri (85%).

Il Giro ha anche un cuore ravennate

E’ davvero folta la pattuglia di ciclisti che da Ravenna e dintorni si sono cimentati nella Corsa Rosa. Oltre al faentino Davide Cassani – oggi commissario tecnico delle nazionali italiane di ciclismo, e presidente di Apt Servizi - che tra le sue vittorie annovera anche due tappe del Giro nel 1991 e nel 1993, va ricordato un altro corridore di Faenza: Fabiano Fontanelli, passista veloce, vincitore di quattro tappe negli anni Novanta, fino ad approdare nel 1998 nella Mercatone Uno, la squadra di Marco Pantani. Altra figura importante quella di Luciano Pezzi, nato a Russi, che partecipò a ben dieci tappe del Giro e al quale è dedicato un Memorial che va da Toscanella a Dozza nel Bolognese. Passista scalatore, svolse un ruolo importante di gregario a fianco di Fausto Coppi, ma anche di dirigente sportivo nella Salvarani di Gimondi e Adorni e, soprattutto, compianto presidente della Mercatone Uno del Pirata di Cesenatico. Andando indietro nel tempo non si possono non ricordare le figure di Giuseppe Minardi di Solarolo (Ra), vincitore di sei tappe in sei edizioni consecutive negli anni Cinquanta, di Vito Ortelli, un altro faentino vincitore di una tappa nel 1946, anno in cui arrivò terzo nella classifica finale dopo Bartali e Coppi, e quella di Aldo Ronconi di Santa Lucia delle Spianate (Ra), anche lui vincitore di una tappa nel ‘46. Il territorio ravennate è stato protagonista anche per le tante tappe che in questo secolo di vita sono partite o arrivate in provincia. A partire da Lugo, la seconda località emiliano-romagnola dopo Bologna a ospitare una tappa del Giro: l’Aquila-Lugo nel 1914. Tra le tante località ravennate attraversate dal Giro, oltre al capoluogo, Marina Romea, Cervia, Faenza. Solo alcuni dei personaggi e delle storie che vengono ricordate nel volume “L’Emilia-Romagna e il Giro, che storia!”, curato da Alberto Bortolotti e Gianni Marchesini, volume realizzato dalla Marchesini Edizioni, che cura l’Almanacco annuale del ciclismo italiano, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna proprio in occasione di questa edizione del Giro.

L’Emilia-Romagna e il Giro: una storia che nasce da lontano

Bologna nel 1909, anno della prima edizione, Lugo nel 1914 e Ferrara nel 1919. Sono queste le prime tre città emiliano-romagnole che hanno ospitato una tappa del Giro d’Italia. Un legame, quello tra Giro ed Emilia-Romagna, che negli anni si è nutrito di tanti arrivi e partenze che hanno toccato tutte le principali località lungo la Via Emilia, da Rimini a Piacenza. Si possono contare sulle dite di una mano le edizioni in cui neanche una tappa si è svolta in regione: 1913, 1965, 1996, 2000 e 2002. Mentre la prima tappa interamente emiliano-romagnola è stata, nel 1932, la Ferrara-Rimini.
Un legame reso ancora più forte dai tanti campioni emiliano-romagnoli: da Ercole Baldini, “Il treno di Forlì”, che si è aggiudicato la Corsa Rosa nel 1958, nello stesso anno in cui si laureò campione del mondo su strada a Reims, a Vittorio Adorni, nato a San Lazzaro, in provincia di Parma, che conquista il Giro nel 1965 e che nel 1968, esattamente dieci anni dopo Baldini, fa proprio anche il titolo iridato a Imola. L’indimenticabile Marco Pantani, il Pirata di Cesena, che raggiunge l’apice della carriera nel 1998, vincendo nello stesso anno Giro d’Italia e Tour de France. Senza dimenticare Arnaldo Pambianco di Bertinoro (FC), vincitore dell’edizione 1961, nel centenario dell’Unità d’Italia. Ed è ancora stato un forlivese, Tullo Morgagni, giornalista alla Gazzetta dello Sport, uno degli ideatori della Corsa Rosa, nel 1909. Mentre una grande firma del giornalismo italiano come Sergio Zavoli, ravennate, con la sua trasmissione “Processo alla Tappa” ha fatto entrare il Giro nelle case degli italiani, contribuendo a costruire una stagione indimenticabile della storia del costume nazionale.

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