Parte da Forlì il Museo diffuso dell'abbandono

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Ad oggi sono già 10mila gli utenti che hanno scaricato l’applicazione “In loco. Museo diffuso dell’abbandono”. Un progetto unico in Italia dell’associazione Spazi Indecisi di Forlì che racconta, attraverso 7 itinerari, 70 immobili in disuso sul territorio romagnolo tra fabbriche, conventi, colonie, chiese, ville, parchi divertimento, discoteche, edifici industriali e ora anche tre navi, combinando memoria e tecnologia. L’obiettivo è portare alla luce una ricchezza che solo se resa visibile, raccontata e connessa alle comunità ha possibilità di essere recuperata e rigenerata. Scelto tra le iniziative più meritevoli dalla Fondazione Italia Patria della Bellezza e già segnalato dalla guida Lonely Planet, il museo diffuso ha un patrimonio da esplorare in continuo divenire. «Oggi la “collezione” del museo è composta da luoghi in abbandono di eccezionale valore storico-culturale - spiega Francesco Tortori, uno dei fondatori - . Abbiamo cominciato nel 2011 con una mappatura del territorio, a tre anni dal lancio c’è ancora la possibilità di arricchire il patrimonio grazie alla segnalazione di tutti, insomma si tratta di un museo che è in continuo divenire».

Il punto di partenza ideale per intraprendere il viaggio è il centro visite di Forlì, situato nella palazzina uffici del deposito delle corriere Sita -Ex Atr in via Ugo Bassi 16. Qui è possibile ascoltare i primi approfondimenti storici e assistere alla presentazione degli itinerari. Dalla sede parte il percorso che rende omaggio ad alcuni tra i più importanti luoghi di lavoro della Forlì del ’900 (Campostrino, l’Arena Forlivese, il Foro Boario e il convento della Ripa). «In questi ultimi mesi aprendo con più frequenza la sede forlivese, in diversi sono partiti da qui per l’esplorazione del territorio – racconta Tortori –. Visto la stagione estiva, ora i due itinerari legati al mare sono battuti». In particolare, Totally Riviera, un viaggio lungo la riviera romagnola alla scoperta delle colonie e degli ospizi marini per l’infanzia costruiti durante il regime (ad esempio Colonia Varese di Milano Marittima), e “Un’estate al mare”, alla scoperta degli spazi che hanno contribuito a creare il mito dell’estate in Riviera (Acquaria Park di Cervia, la discoteca Melody-Mecca a Rimini, il cinema teatro Apollo di Bellaria). Le proposte sono sette e consultabili sul sito, il patrimonio in divenire e ora si aggiungono le tre navi Gazprom, già nella collezione del Museo diffuso dell’abbandono, nel porto di Ravenna. Al momento attivo in Romagna, con una collezione selezionata e mappata da Spazi Indecisi che ha portato all’individuazione di 250 luoghi abbandonati, è un progetto di valorizzazione pensato per essere replicato in altri contesti culturali e geografici d’Italia. «Cerchiamo di capire se l’esperienza può essere adattata ad altre realtà, per ora siamo in contatto per la Sicilia - conclude Tortori -. Infine, in autunno vorremmo ampliare le aperture del centro visite di Forlì, allargare la rete degli itinerari che partono dalla città mercuriale e avere un approccio più scientifico, con l’aiuto di professionisti, per la ricerca e la digitalizzazione dei documenti che abbiamo a disposizione». Gli interessati possono iniziare consultando il sito www.inloco.eu.

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