Parco eolico: il nuovo progetto per Rimini, 51 pale a 10 miglia

Il Parco eolico e le sue 51 pale si allontanano dalla costa. Di diverse miglia nautiche. Protesta dopo protesta. Dalle 4 miglia e mezzo previste nel primo progetto originale, infatti, si è passati alle 6 miglia e mezzo del secondo progetto, fino ad arrivare, oggi, alle 9 miglia e mezzo del terzo e, probabilmente, ultimo progetto. E la conferma arriva, direttamente, da Giovanni Selano, progettista della Energia Wind 2020, società che ha presentato richiesta di concessione demaniale al Ministero. «Il tema della distanza dalla costa è un elemento rilevante, anche per la fauna marina protetta – spiega Selano -: pressoché inesistente verso riva, decisamente più presente al largo. E per questo abbiamo sempre cercato di adattare il progetto ad osservazioni e pareri tecnici. Fino ad individuare questa nuova alternativa progettuale che fisserebbe la prima pala, quella più a ridosso della riva, a 9 miglia e mezzo, nell’area marittima antistante Cattolica, e a 10 miglia nautiche per quella di Rimini: per intenderci, siamo intorno ai 18 chilometri e mezzo di distanza dalla spiaggia».

Strutture alte 125 metri

Un altro passo avanti, dunque, quello compiuto dalla Energia Wind verso i desiderata di quanti ritengono troppo impattante, da un punto di vista ambientale, questo agglomerato di pale che dovrebbe ergersi dal mare Adriatico: parliamo di una centrale eolica industriale offshore con strutture che fuoriescono dall’acqua 125 metri e con eliche di 65-70 metri di raggio. «Il nostro obiettivo principale – continua l’architetto, illustrando le modifiche introdotte al parco eolico - è quello di perfezionare il progetto nel rispetto di tutte le componenti sociali ed economiche in gioco. Basti pensare che la distanza che intercorre da una pala all’altra è di 700 metri e che le ultime distano dalla costa 18 miglia, ovvero 33 chilometri. Badate bene che le macchine saranno posizionate perpendicolarmente alla costa e non parallelamente. Per cui, una dopo l’altra, andranno ad allontanarsi sensibilmente, fino quasi a sparire alla vista. Vorrei far notare – rilancia Selano - che quando siamo andati a scattare delle foto per realizzare un fotomontaggio riproducente il lavoro finito, abbiamo notato, dalla costa verso il largo, una persistente foschia, come del resto accade in tutte le aree marittime prossime ai grandi fiumi. Condizione questa che ci fa ragionevolmente ritenere che la fila di pale possa essere ben visibile solo in occasione di giornate nitide, quando, cioè, la luminosità è perfetta».

Costo 600 milioni

Insomma, un progetto ambizioso quello di Energia Wind, sia per i costi, che per l’aspetto ambientale. «Un parco eolico simile – sottolinea Selano – insiste lungo la costa del Regno Unito, posizionato a 5 miglia di distanza dalla riva. Per quanto riguarda la spesa prevista siamo intorno ai 600 milioni di euro. Certo ci sarebbe la possibilità di ridurre il numero di macchine da installare, utilizzando impianti più potenti: ma questo qualora i venti fossero sostenuti. Cosa che non abbiamo, invece, rilevato nell’area del Parco eolico, interessata principalmente da venti costanti e di media intensità. Per cui ritengo che si possa tranquillamente rimanere sulle 51 pale, da 6,5 mega watt ciascuna, da installare».

«Se la prima pala sarà installata a 9 miglia e mezzo o 10 miglia dalla costa possiamo cominciare a ragionare. In caso contrario niente». Sul Parco eolico in mare, l’assessore all’Ambiente Anna Montini, sembra ammorbidire la posizione del Comune. «Ma solo ad una condizione – sottolinea l’amministratore– che le macchine sia ben lontane dalla costa e che l’impatto ambientale sia molto basso». Palazzo Garampi, dunque, in attesa di novità rimane sulle sue posizioni. Quelle che si rifanno ai due precedenti elaborati forniti dalla Energia Wind 2020, società che ha chiesto la concessione demaniale al Ministero per realizzare il Parco Eolico in Adriatico. «I due progetti con distanze che variavano dalle 4 miglia alle 6,5 miglia dalla costa non ci convincono – spiega l’assessore Montini - e lo abbiamo comunicato pubblicamente».

Intanto, da Italia Nostra arriva un netto “No” alla costruzione del Parco eolico: «Il Ministero – scrive in una nota - respinga subito la richiesta di concessione demaniale per il progetto di una centrale eolica industriale offshore di Energia Wind 2020. Il progetto attualmente in stato avanzato d’esame per la concessione demaniale per 30 anni di un tratto di mare davanti alla costa riminese, è sbagliato, per la sua vicinanza alla battigia e per le conseguenze che avrebbe per il turismo balneare della seconda provincia in Italia per Pil turistico pro capite, capace di garantire, nel 2018, 13.714 euro a ogni riminese». Italia Nostra, quindi rilancia alcune dichiarazioni di autorevoli politici riminesi come il segretario provinciale del Pd, Filippo Sacchetti: «Bisogna rendere il Parco Marino compatibile sia sotto il profilo visivo che sotto quello della tutela della pesca»; il senatore M5S, Marco Croatti: «È necessario garantire che la realizzazione dell’impianto non costituisca un disincentivo al turismo»; e l’assessora alla transizione ecologica, Anna Montini: «L’amministrazione potrà valutare positivamente progetti moderni e rispettosi dell’ambiente e del paesaggio per la produzione di energia elettrica con fonti rinnovabili». E chiosa: «Bisogna far seguire alle parole i fatti: occorre che questa contrarietà si trasformi in un atto amministrativo con il diniego formale, chiaro e forte, del Progetto di centrale eolica industriale offshore nel mare antistante la costa tra Rimini e Cattolica».

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