Parchi del divertimento, lavoratori in rivolta: «Incentivi beffa e neanche per tutti». E’ scontro aperto tra il gruppo Costa Edutainment e i 500 dipendenti, tra fissi e stagionali, impiegati nel riminese. In un giro di giostra al vetriolo, lo sciopero partirà, stado a quanto detto dalle organizzazioni, con un pacchetto di 8 ore da indire entro il prossimo 31 luglio. Spiega Francesco Guitto, segretario del sindacato Filmcams Cgil: «Abbiamo ricevuto mandato pieno dai lavoratori, ben prima della stagione estiva. L’obiettivo è uniformare i trattamenti economici, perché nel perimetro aziendale esiste solo una contrattazione integrativa che riguarda il parco Aquafan». Negli altri no, ovvero Oltremare, Parco Navi e Italia in Miniatura. Una contrattazione che, prosegue Guitto, prevede per questa fetta di stagionali una forma di premialità legata al riconoscimento dell'anzianità aziendale». Dati alla mano, si va un minimo del 2% per chi è entrato di recente nel mondo del divertimento formato famiglia fino a un massimo del 16% per chi ha lavorato almeno 10 stagioni». Da qui la proposta da parte della Filmcams Cgil e della Fisasacat Cisl «di applicare quest’ultimo trattamento economico ai dipendenti di tutti i parchi, oltre a fornire un buono pasto da 8 euro al giorno visto che finora esiste solo una forma di scontistica interna del 50%».
Niente buoni pasto
Arrivati al tavolo della trattativa, presso la sede della Confindustria, il 21 giugno scorso, Costa ha proposto il riconoscimento del 2% solo a chi vanta un’anzianità di almeno 10 stagioni. Tradotto: circa 20 euro a persona. Oltre al danno la beffa, rimarca Guitto tagliando fuori molti da questo sistema “premiante” «con una proposta a cui si unisce un secco “no” per eventuali buoni pasto». Da qui l’indignazione della Filmcams Cgil e della Fisasacat Cisl. «Ci siamo espressi negativamente contro una disparità di trattamento salariale tra i lavoratori nonché la mancanza di una risposta sul tema della loro capacità di spesa». A non convincere è anche la prospettiva temporale nebulosa in cui i trattamenti verrebbero monetizzati. E il segretario affonda il dito nella piaga: «Abbiamo avanzato una proposta dentro un accordo ponte che doveva traghettarci al prossimo anno ossia entro l’inizio dell’estate 2024». Lo scopo era definire un contratto integrativo aziendale dettagliato, almeno prima di incappare in un muro di gomma. Ora il “no” dell'azienda a rendere omogenei i trattamenti viene letto dal sindacato come un rifiuto all’intenzione di procedere all’ulteriore trattativa, da qui al prossimo anno, per la definizione del contratto integrativo.
Braccia incrociate
Da qui la proclamazione di un primo pacchetto di 8 ore di sciopero, dopo tre incontri con gli operatori dei parchi. «Poi metteremo in campo altre iniziative entro luglio – anticipa Guitto - augurandoci che nel frattempo l'azienda riveda le sue posizioni e ci richiami». Conclude con un amaro gioco di parole: «Lo sciopero ai lavoratori costa anche in termini economici vista una giornata di mancata retribuzione, però il contratto integrativo vale di più, quindi chiediamo l’omogeneizzazione immediata dei trattamenti economici e l’avvio delle trattative per stilare il primo contratto integrativo di gruppo». E fa un passo indietro: «Durante la pandemia non abbiamo avanzato richieste ma visti i fatturati diffusi dal gruppo è tempo di tornare al tavolo». Dati alla mano, il 2022 per Costa si è chiuso con oltre 2,8 milioni di visitatori, rispetto ai 2,4 del 2019 e una crescita costante in tutte le strutture. Quanto al fatturato, ha raggiunto i 73 milioni di euro rispetto ai 60,3 pre Covid.