Pamela Villoresi nei panni di Frida Khalo: l'intervista

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Sipario al teatro “Walter Chiari” di Cervia, stasera alle 21, per la signora della scena Pamela Villoresi in uno spettacolo al femminile. È “Viva la vida” e racconta l’ultimo periodo dell’artista messicana Frida Kahlo (1907-1954), liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Pino Cacucci.

Con Villoresi sono protagoniste la musicista Lavinia Mancusi e Veronica Bottigliero, body painter. La regia è di Gigi Di Luca. La compagnia incontra il pubblico oggi alle 18 nel Ridotto del teatro (ingresso gratuito).

Lo spettacolo è una “prima” stagionale che sceglie la Romagna per ripartire; dopo Cervia sarà al Goldoni di Bagnacavallo lunedì 22 e martedì 23 novembre alle 21, quindi al teatro Masini di Faenza, da venerdì 26 a domenica 28 novembre.

Villoresi, la storia di Frida Kahlo è amata, per questo ha voluto ridarle vita sulla scena?

«La proposta in realtà mi è arrivata dal regista Gigi Di Luca con cui avevo interpretato altri bei lavori come “Memorie di una schiava”. Lì per lì ero rimasta perplessa, in quel momento Frida era personaggio “inflazionato” nello spettacolo. Poi ho letto il libro di Cacucci che ci ha suggerito una impostazione interessante, e mi sono convinta».

In che modo affrontate Frida sul palcoscenico?

«Raccontiamo il suo testamento, ossia gli ultimi giorni quando, abbiamo scoperto, era vivo in lei l’amore per la cantante Chavela Vargas (1919-2012). Così ci siamo immaginati il dialogo tra una Frida ormai alla fine che narra della sua vita a Chavea, fino a chiederle di andarsene, di lasciarla perché la sua vita è troppo pesante per lei. Questo dialogo ci ha permesso di avere dal vivo anche Lavinia Mancusi, cantante straordinaria che suona violino, chitarre e percussioni, e canta le canzoni di Chavela».

Il vostro racconto si completa con una pittrice del corpo da cui si fa dipingere, mentre recita.

«Volevamo inserire la pittura a tutti i costi ma non sapevamo come. Poi è arrivata Veronica Bottigliero, figura ideale; lei è body painter professionista, ma è stata pure allieva della scuola di teatro del nostro regista e dunque sa stare sul palcoscenico. In scena rappresenta la morte che Frida chiamava la Pelona e che ha tenuto fra le braccia tutta la vita. Sul palco Veronica mi dipinge addosso mentre recito, dipinge dal vivo su di me davanti al pubblico ciò che Frida dipingeva nei suoi quadri, come fiori e feti».

Tre donne unite sul palcoscenico per raccontare una grande donna.

«Sì, siamo tre presenze molto equivalenti in uno spettacolo giusto nel momento giusto, costretto per due volte all’interruzione per pandemia. Ma quale storia più di Frida ci parla di resilienza, di trasformare in occasione una esperienza difficile? Già poliomielitica, ebbe quel terribile incidente, investita sull’autobus da un tram a 18 anni, poi 33 operazioni, obbligata al busto tutta la vita, fino all’amputazione di una gamba… Ma proprio in quella immobilità cominciò a dipingere, e questo l’ha resa immortale. Dipingeva sé stessa, l’unico soggetto che vedeva allo specchio, ma anche i suoi sogni a colori, di fiori e di figli. Ecco perché con questa nostra rinascita è bello parlare dei colori e della voglia di “Viva la Vida” di Frida Kahlo».

Da alcuni anni è anche direttrice artistica del teatro Biondo di Palermo, come si trova in questo ruolo?

«È bello, dopo 50 anni di teatro, passare il testimone. Fra l’altro abbiamo una scuola di teatro triennale, un corso diretto del Dams, unico in Italia. Ciò perché unisce sia il corso teorico in materie di arti e spettacolo del Dams, sia la scuola pratica di “Recitazione e professioni della scena”. Offre quindi due diplomi di laurea di primo livello allo stesso tempo. Abbiamo 25 allievi di cui 15 attori, 5 registi e 5 drammaturghi. La nostra programmazione teatrale valorizza anche questi talenti».

Di che cosa ha più bisogno il teatro, in questo momento?

«Ha bisogno di coraggio, di andare oltre la visione ombelicocentrica, di rilanciarci verso una visione sociale della vita, anche attraverso l’individualità, ma non in funzione dell’individualità. Occorrono le istituzioni vicine specialmente verso le categorie degli artisti, particolarmente penalizzati dalla doppia chiusura dei teatri. Dobbiamo imparare da Frida e compiere, anche noi, una maturazione».

Come artista dove la vedremo?

«Sto girando la nuova serie televisiva del “Don Matteo” con Raoul Bova, dove sono un personaggio fisso, mentre ho avuto un piccolo ruolo nel riuscito film “Per tutta la vita”, nelle sale».

Biglietti in vendita da 26 a 15 euro.

Info: 0544 975166

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