Palpeggiamenti sul bus a Ravenna: "Ti do mille euro per fare sesso"

Aveva evidentemente frainteso la gentilezza mostrata da una giovane appena conosciuta alla fermata dell’autobus, scambiandola per un interesse in realtà inesistente, e lasciandosi poi andare a proposte esplicite dopo averla seguita a bordo del mezzo pubblico. Di fronte al rifiuto, le aveva perfino offerto del denaro in cambio di una prestazione sessuale, arrivando infine ad allungare le mani per palpeggiarla sul bus. Non era la prima volta che Hassan El Khadraoui, 39enne d’origine marocchina, veniva accusato di violenza sessuale. Eppure ieri, al termine dell’udienza preliminare per i fatti accaduti a Ravenna il 22 agosto dell’anno scorso, se l’è cavata con un patteggiamento a un anno e nove mesi, concordato tra l’avvocato Eva Pregu e il sostituto procuratore Stefano Stargiotti davanti al gup Andrea Galanti, che ha tenuto conto sia dell’ipotesi più lieve fra quelle punite dal reato previsto dal Codice penale, sia del fatto che lo straniero ha chiesto scusa e ha risarcito la parte offesa.

La molestia a bordo

Lo straniero si trova in carcere a Forlì all’indomani della denuncia sporta dalla vittima alla polizia di Stato. La descrizione data dalla giovane aveva consentito la sua identificazione, facendo scattare le manette. Aveva raccontato di avere scambiato qualche parola con lo sconosciuto mentre attendeva alla fermata; gli aveva dato qualche informazione stradale e pure il numero di telefono. Una cortesia che però il 39enne aveva interpretato diversamente, spingendosi a seguire la ragazza a bordo della linea 4/C. Qui l’avrebbe palpeggiata al seno per più volte, insistendo affinché cedesse alle sue richieste scabrose. Si sarebbe pure detto disposto a pagarla mille euro pur di avere un rapporto sessale, afferrandole la mano e avvicinandosi con i pantaloni abbassati.

Quando il giorno stesso gli inquirenti sono intervenuti per arrestarlo, ha storpiato le sue generalità per evitare di essere identificato. Una scelta che gli è costato anche il reato di false dichiarazioni a pubblico ufficiale.

Tutto sommato, ieri se l’è cavata bene al termine dell’udienza che l’imputato ha seguito a distanza, collegato dal carcere di Forì. Il giudice ha infatti riconosciuto prevalenti le attenuanti sulle contestate aggravanti, fra le quali un precedente episodio di violenza sessuale nei confronti della ex. Risultato che ha portato il difensore a chiedere oltretutto la misura cautelare più mite degli arresti domiciliari. FED.S.

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