Novafeltria, i Carabinieri: "Attenti ai truffatori dello specchietto"

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I Carabinieri della Compagnia di Novafeltria, al termine di un’attività d’indagine, hanno denunciato a piede libero i presunti autori di una “truffa”.

Le indagini sono partite da un 79enne residente in Valmarecchia che, una mattina della scorsa settimana, ha contattato telefonicamente i Carabinieri della Compagnia di Novafeltria denunciando che stava subendo la “truffa dello specchietto”. In specie, ha riferito ai Carabinieri che, mentre stava percorrendo a bordo della sua auto una strada comunale in località Villa Verucchio, ha sentito un rumore e immediatamente dopo un’autovettura di colore nero lo ha superato chiedendogli di accostare. A bordo della stessa vi erano un uomo ed una donna che lo incolpavano di avergli rotto lo specchio retrovisore.

Nell’immediatezza veniva fatta affluire in quella via la pattuglia della locale Arma, che procedeva all’identificazione degli occupanti della vettura, risultati essere una coppia residente fuori regione.

Al termine degli accertamenti sono emersi gravi indizi che consentivano di ipotizzare che i due stessero tentando di truffare l’anziano, ignari però che lo stesso, nel mentre, avvedutosi di poter essere vittima di reato, con celerità contattava i Carabinieri per le dovute verifiche.

Per i due si è proceduto pertanto alla denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rimini per l’ipotesi d’accusa di “tentata truffa in concorso”.

Una seconda denuncia

Nel contempo si presentava in Caserma un 63enne residente in Valmarecchia denunciando che nella mattinata precedente era stato vittima della “truffa dello specchietto”. Nella fattispecie l’uomo riferiva che mentre percorreva l’abitato di Villa Verucchio, sentiva un rumore di carrozzeria e, preoccupatosi, si fermava per verificare cosa fosse accaduto ed in quel momento gli si avvicinava un’autovettura scura dalle quale scendevano due uomini che lo incolpano di avergli rotto lo specchietto retrovisore. Il tutto rimproverandolo di aver proseguito la marcia senza fermarsi. La vittima, dopo aver effettivamente constatato che il loro specchietto retrovisore era rotto, è rimasto un attimo smarrito. I due uomini a quel punto hanno cambiato subito atteggiamento e si sono mostrati concilianti, pronti a risolvere bonariamente la questione, senza ricorrere alle assicurazioni. I tre si accordavano per un risarcimento di cinquanta Euro e, dopo che la vittima gli consegnava la somma pattuita, i due sparivano. Solo la mattina seguente il malcapitato, raccontando l’episodio ai familiari, ha ritenuto di essere stato raggirato ed immediatamente ha raggiunto la caserma dei Carabinieri per denunciare l’accaduto. Le indagini sono partite proprio da quel particolare dell’auto, il colore nero. Le tempestive attività dei Carabinieri, permettevano alla vittima di riconoscere l’uomo con all’attivo diverse accuse verosimilmente riconducibili allo stesso “modus operandi”. Per il presunto autore si è proceduto pertanto alla denuncia in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria di Rimini in ipotesi d’accusa per “truffa in concorso”. Sono in corso le indagini volte all’identificazione dell’altro soggetto. Si ricorda, infine, che le indagini sono in corso e che nei confronti delle persone indiziate vige la presunzione di innocenza.

In via preventiva e generale, l’Arma di Novafeltria invita gli utenti della strada a prestare attenzione a questo genere di truffe che avvengono con il seguente “modus operandi”: gli impostori scelgono l'autovettura della vittima tra persone anziane o sole alla guida. A questo punto, lanciano contro la carrozzeria del veicolo in transito un oggetto che provochi un rumore forte per poi mettersi al suo inseguimento suonando insistentemente il clacson. La vittima a quel punto pensa di aver urtato inavvertitamente l’auto dell’inseguitore e quando si ferma, per verificare cosa possa essere accaduto, viene incolpata dal soggetto di avergli rotto lo specchietto retrovisore, mentre solitamente un complice chiude quello destro dell’autodella vittima, per rendere la storia più credibile. Inoltre gli autori rimproverano la persona di aver proseguito la marcia senza fermarsi. A questo punto, di fronte al naturale smarrimento del malcapitato di turno, i soggetti cambiano subito atteggiamento e si mostrano concilianti, pronti a risolvere bonariamente la questione, senza ricorrere alle assicurazioni. Così, con la consegna di qualche centinaio di euro in contanti, tutto viene "risolto". 

Si rammenta infine che in caso di avvenimenti del genere è utile chiamare immediatamente il numero di emergenza “112“, avvisando dell’accaduto.

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