Notte rosa, si pensa al nuovo look per i locali il business regge

Sono trascorsi 18 anni da quando la Notte rosa ha colorato per la prima volta di fucsia la Riviera romagnola. Un compleanno che da una parte impone i festeggiamenti per la raggiunta maturità e che dall’altra richiede un cambio di look. Lo anticipa già l’assessore regionale al turismo, Andrea Corsini: «Lunedì ci metteremo al lavoro per ripensare, dopo la raggiunta maturità, un evento che ha segnato la storia della nostra riviera».
La Notte rosa, in effetti, pur essendo un po’ “vecchietta”, conferma la sua capacità attrattiva di richiamare sul lungomare migliaia di persone. Gli antichi fasti, però, quelli del lungomare (allora non c’era il Parco del mare) letteralmente invaso da una fiumana ininterrotta di persone, biciclette e tandem, sono un ricordo legato all’epoca pre Covid. Il mancato pienone, lamentato a più riprese fino a oggi dagli albergatori, si ripercuote infatti inevitabilmente sul week end “pink”, che oltre a soffrire dell’assenza delle orde di turisti, si scontra anche con il taglio in termini di allestimenti cittadini, ridimensionati in misurati tocchi di rosa in centro storico e sul lungomare. Punti nevralgici rimangono però i luoghi dei concerti, a Rimini venerdì sera in piazzale Fellini e in piazzale Kennedy, così come ieri sera. E i gestori dei locali, tutto sommato, non si lamentano. «Non c’è più l’entusiasmo e l’euforia di una volta, e quest’anno non c’è la folla di gente in generale e quindi nemmeno ieri sera (l’altro ieri, ndr). Però si “slavoricchia”. Non è come gli altri anni, ma la zona del porto è sempre trafficata». A parlare è Roberto Rinaldi, gestore dell’omonimo ristorante sulle colline di San Paolo e del locale Plage Tourquoise a pochi passi dalla ruota panoramica. Non è diversa la conclusione a cui giunge Aris Guidi, titolare de La casina del bosco, lo storico “chiosco” della piadina nel cuore di Marina centro. «Giovedì, nonostante ci fosse il concerto di Tim summer hits, non c’è stata molta affluenza, ieri (l’altro ieri, ndr) invece siamo andati meglio. Purtroppo l’alluvione e il tempo instabile fino a questo momento non hanno aiutato a fare decollare la stagione. Ma mi riserbo di vedere come proseguirà nelle prossime settimane». Inoltre, ricorda, «a breve c’è il Cartoon club, evento di grande richiamo». Guidi insomma non perde la speranza e l’entusiasmo. Eppure, poco prima dell’una di venerdì notte, anche la Casina del bosco risentiva del “fuggi fuggi” generale da piazzale Fellini, innescatosi a concerto non ancora completamente concluso.
Cambiando zona e spostandosi verso il bagno 50, la musica rimane la stessa. «Traffico e clienti non sono mancati – afferma Lorenzo Spadazzi, che ha da poco aperto la Fermata est al mare – è una bella zona, frequentata sia da residenti che turisti». Però, a detta dell’imprenditore, anche se non ha sperimentato direttamente, «sento i colleghi lamentarsi». Il nocciolo della questione, tuttavia, è da ricercare nell’illusione disattesa che quella del 2023, dopo tre anni di lacrime e sangue a suon di mascherine, vaccini, chiusure, riaperture, green pass e conta dei contagi, fosse “l’annata buona” che tutti aspettavano. Invece c’è stata l’alluvione, che se a Rimini centro non ha fatto danni diretti, ha scoraggiato gli italiani e gli stranieri a venirci in vacanza. «I media ...» per gli esercenti e gli albergatori la responsabilità è pressoché certa.