"Noi autisti di bus a Rimini in balia di violenti e ubriachi"

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«Guidare un bus a Rimini è davvero problematico. E non per il percorso. O per le strade. Ma per i rischi che si corrono con violenti, spacciatori, e ubriachi molesti». Lanciano l’allarme sicurezza i sindacati. E lo fanno denunciando fatti e luoghi di forte criticità. Lanciando anche proposte. «Aggressioni verbali sono all’ordine del giorno – racconta il segretario della Cisl trasporti Rimini, Sandro Di Giacinti -. E fin qui, ci passi sopra. Ormai c’abbiamo dovuto fare l’abitudine, purtroppo. Il problema, quello grosso, invece, arriva quando cominci a ricevere minacce o quando qualcuno prova a picchiarti, come accaduto ad un collega autista la settimana scorsa, nei pressi di piazzale Curiel, a Riccione». Precisa Massimo Bellini, segretario della Cgil trasporti di Rimini: «Finora abbiamo ricevuto, da parte di conducenti Start di bus urbani, segnalazione di tre, quattro aggressioni o tentate aggressioni avvenute all’interno di pullman da loro condotti. E ancora deve entrare nel vivo il mese di agosto, e tutti sappiamo cosa significhi questo». E’ la Riviera summer night, che i riminesi conoscono molto bene. «Ogni estate è la stessa storia – rilancia Di Giacinti -. Ma anche d’inverno la situazione non è migliore. A luglio e agosto dobbiamo vedercela con gruppi di giovani spesso ubriachi o drogati che rendono la corsa impossibile a tutti, non solo a noi autisti, ma anche agli stessi passeggeri. D’inverno, invece, siamo costretti a fare i conti con spacciatori e brutti ceffi, soprattutto al capolinea della stazione di Rimini».

Spaccio e Metromare

Il sindacalista dipinge un quadro che ha dell’inquietante. «Certi personaggi – racconta Di Giacinti – utilizzano, in questo periodo, il Metromare per fare i propri comodi. Entrano nel mezzo, poi, a certe fermate, si posizionano tra le porte, in modo da evitarne la chiusura, vendono quello che devono vendere all’acquirente in strada, quindi si risiedono sul sedile e ripetono l’azione alla fermata successiva. O ad un’altra stabilita. Sarebbe opportuno, allora, che le forze dell’ordine, che vedo hanno rafforzato i controlli coi cani antidroga, diventassero una presenza costante lungo la linea». Non solo droga. Altra criticità importante è quella rappresentata dalla stazione di Rimini e da certe presenze “pericolose”. Continua il sindacalista Cisl: «Il servizio bus della Start dispone di 280 autisti, di cui 35 donne. Ebbene, diverse di loro hanno paura a fermarsi in stazione quando c’è il cambio di linea e l’attesa del mezzo. Una addirittura, lo scorso anno, anche per questo motivo, si è licenziata. Non riusciva ad essere tranquilla sul lavoro». «E non parliamo poi di quelli che ti tirano dietro di tutto – incalza Di Giacinti -, bottiglie di birra, perfino un monopattino, perché hai il bus pieno e non ti fermi a caricarli. Oppure di quelli che cominciano a litigare per la mascherina o che ti rispondono male, e uso un eufemismo, perché li inviti ad indossarla. Insomma, non è un lavoro facile guidare un pullman a Rimini. Soprattutto, quando, parlo per i neo assunti, guadagni 1.200 euro al mese». E Bellini chiosa: «La gestione della sicurezza pubblica spetta alle forze dell’ordine che sanno bene i luoghi problematici dove intervenire. Noi, come sindacato, invece, possiamo sollecitare le istituzioni ad intervenire. Formulando anche delle proposte. Ad esempio, credo che sia opportuno, così come già fatto in altre grandi città, che l’autista del bus venga isolato dal resto del mezzo attraverso una protezione di plexiglass, tale da rendere impossibile ogni eventuale contatto fisico col passeggero. E, in aggiunta, predisporrei di nuovo il divieto di apertura delle porte anteriori, per impedire l’ingresso verso il posto di guida. Purtroppo siamo arrivati ad un degrado sociale preoccupante. Pensate che la sera della vittoria degli Europei di calcio, tre giovani si sono arrampicati sul bus numero 11 dimenticando che quella è una linea elettrificata. Per fortuna era staccata».

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