Notte in tenda per la prima del Galli. Tutte le follie per la corsa ai biglietti a Rimini

RIMINI. Per non correre rischi ha piazzato la sua sedia davanti alla porta del botteghino già alle 16 di venerdì. Diciotto ore prima dell’apertura della biglietteria, sotto un cielo che prometteva pioggia, previsioni meteo tutt’altro che incoraggianti e un’intera nottata da affrontare all’aperto.

«Più di 40 anni fa abbiamo fatto andata e ritorno in quattro con la Mini Minor per l’ultima recita di Franco Corelli nell’Aida all’Arena di Verona, per la riapertura del Teatro Galli dopo più di 70 anni questo e altro» racconta Paolo, 74enne in pensione di San Giuliano con la passione per il teatro.

È l’una quando si confessa con la determinazione di chi non rinuncerebbe alla prima riminese per tutto l’oro del mondo: «Sabato sono venuto alle 6 per i biglietti dei cinque spettacoli fuori abbonamento e c’era già uno prima di me, questa volta ho anticipato tutti… Sono qui più che altro per Cecilia Bartoli ma prendo il pacchetto completo perché da vecchio abbonato della Sagra Malatestiana voglio godermi il nostro teatro: per anni siamo andati a Milano alla Scala a vedere i balletti dei grandi dell’epoca, ora speriamo di vedere quegli spettacoli grandiosi anche qui».

Notte in tenda

All’una sono in tredici già in fila. Appassionati di lungo corso ma anche giovanissime come Irene ed Elena, appollaiate sul marciapiede nei loro piumini per proteggersi dal freddo e intente a raccontare l’avventura per Bolle con una Istagram-story. Poco più in là ecco invece Fabio Berardi e Gigi Mazza, che l’attesa la vivono da veri professionisti e cui va la palma dei veri animatori della nottata. Si sono presentati a mezzanotte attrezzati di tutto punto, hanno montato una tenda sotto un albero all’interno della “zona rossa” e stanno facendo una diretta Facebook che di prima mattina aveva già raggiunto le 356 visualizzazioni.

«Sono qui per mia moglie e mia figlia, appassionatissime di danza e fan di Bolle. Dopo una notte così voglio vedere se avrà il coraggio di dire qualcosa quando sarà ora di stadio, dovrà mandarmi a vedere il Rimini a vita... » scherza Mazza, confessando: «Ho con me un budget da 100 euro: i biglietti per il loggione ne costano 25, poi ce ne sono da 50, 100 e 150, qualcosa porterò a casa».

Stessa missione per Berardi. «La mia consorte Elena e la piccola Anna vogliono vedere Bolle a ogni costo, ma io punto all’en plein: due biglietti per ognuno dei tre eventi. Siamo qui in tenda, con il tavolino da campeggio, bottiglia di Spritz già finita, Fonzie, patatine e pan carré con la Nutella per la colazione, sperando che qualcuno ci porti due caffè» fa eco mentre gonfia un materassino e il compagno d’avventura se la ride sotto i baffi: «Fortuna che per sicurezza ho portato quello di Pilates, con questi sanpietrini... ».

Alle 6 ecco il 50° della fila

Quota 50 persone in attesa si è toccata alle 6, con il passare delle ore la fila si è fatta di centinaia. La macchina organizzativa si era però attrezzata a dovere e all’ingresso del Novelli venivano consegnati tre tipi di tagliandi colorati per “prenotare” il botteghino, prima di raggiungerlo da una triplice fila.

Era quello il momento della verità, perché con il numerino in mano si aveva la certezza di poter assistere o alla prima del 28 ottobre con Cecilia Bartoli (c’erano a disposizione 470 posti), o a Roberto Bolle and friends del 3 novembre (i posti erano 550) o alla doppia performance di Valery Gergiev (per il 10 dicembre c’erano in vendita 465 tagliandi, per l’11 dicembre 635).

Durante le operazioni, molti hanno atteso il loro turno seduti nelle poltroncine della platea in una sorta di ideale passaggio di consegne fra i contenitori culturali, altri nel corridoio facendo fare gli straordinari al bar aperto per l’occasione.

Missione compiuta

Alle 10.20, riecco spuntare Berardi e Mazza con gli orgogliosi trofei. Immancabile il selfie con alcuni compagni di avventura e alcuni biglietti in mano ed è ancora “Berry” a fare da Cicerone. «Sono anche riuscito a dormire due-tre ore, non di più con tutto quel casino: Gigi invece non si fermava più e ho dovuto svegliarlo alle 6.10 perché dovevano smontare la tenda per far mettere in fila la gente. Ora qualche ora di riposo e nel pomeriggio devo scendere in campo in Real Monteleone-Gemmano» se ne va soddisfatto con i sei tagliandi in mano e una vena di lieve amarezza nella gioia per aver compiuto la sua missione familiare: «In 20 minuti Bolle era già sold out e da un lato è stato molto bello vedere che la città ha risposto in massa, ma a parte due ragazzine che erano con noi dal primo momento è stato un po’ avvilente vedere che non c’erano un giovane o uno studente a caccia dei posti. Io e Gigi abbiamo una quarantina d’anni e nella fila ci chiamavano ragazzini… C’erano un 91enne, il fondatore del coro Amintore Galli, tanti pensionati: cosa succederà quando quella generazione non ci sarà più e avremo finalmente un teatro splendido?».

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