Follia in pista a Misano, l'ipotesi di reato è di violenza privata

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RIMINI. Tentare di tirare il freno al rivale su una pista di motociclismo? E’ come quando un automobilista, taglia la strada in corsa a un altro. L’ipotesi di reato per la quale s’indaga riguardo al gesto del pilota Romano Fenati è infatti la stessa: “violenza privata”. La procura di Rimini, indipendentemente dall’esposto sull’episodio presentato dal Codacons all’indomani del fatto accaduto lungo il circuito di Misano il 9 settembre scorso, non ha ritenuto, almeno per adesso, di dover contestare fattispecie più gravi come ad esempio il tentato omicidio. La delega alle indagini è stata data ai carabinieri della stazione di Misano Adriatico e ai colleghi della sezione di pg presso la procura. Spetterà ai militari quindi acquisire filmati e testimonianze ed effettuare gli accertamenti necessari a “inquadrare” l’episodio. Sarà ascoltato, nel corso dell’inchiesta, anche Stefano Manzi, il pilota al quale Fenati ha stretto il freno anteriore della moto, rischiando seriamente di farlo cadere mentre procedeva a una velocità di oltre duecento chilometri orari. «Non gli ho fatto causa e non ho intenzione di farlo», ha già anticipato il rivale, ma il reato di violenza privata è procedibile d’ufficio. La Cassazione - in circostanze relative alla circolazione stradale (auto che taglia la strada a un’altra vettura) - ha precisato come il particolare reato (ex articolo 610 del codice penale) si configuri nell’«interferire nella condotta di guida di altro utente della strada, costringendolo a determinarsi in modo diverso dal proprio volere». La pena prevista è la reclusione fino a un massimo di quattro anni.

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