Bagnacavallo: pozzi idrocarburi, via libera e proteste

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LUGO. Polemiche e un’ampia discussione stanno emergendo in tutta la Bassa Romagna di fronte alla notizia del via libera riguardo i decreti di conferimento della concessione di coltivazione “Bagnacavallo” e di proroga della concessione di coltivazione “San Potito”, pubblicati sul Bollettino ufficiale idrocarburi e georisorse.

Le autorizzazioni

Mentre per San Potito l’autorizzazione alla Società Padana Energia spa è stata rinnovata per 15 anni, quella in territorio di Bagnacavallo è una nuova concessione, a favore della società Aleanna Italia, per la durata di 20 anni e riguardante cinque pozzi (due esistenti e tre nuovi).

Per il momento nessuna presa di posizione ufficiale è stata assunta dall’Unione o dai sindaci interessati (una riunione con i dirigenti degli enti pubblici e i tecnici delle società coinvolte è comunque già stata messa in calendario nei prossimi giorni).

Rammarico dei Verdi

«Siamo disarmati – afferma in proposito Gabriele Serantoni, portavoce locale dei Verdi –. Pensavamo che i vertici nazionali del M5s, contrari anch’essi all’autorizzazione, pur scesi in campo dopo di noi, non rilasciassero questa autorizzazione. Peccato».

I Cinque stelle

E mentre i vertici nazionali dei Cinque stelle rifiutano qualsiasi responsabilità, addebitando tutto l’iter autorizzativo al Governo precedente, è dettagliata la valutazione di Domenico Coppola, capogruppo consigliare pentastellato a Lugo: «Condivido pienamente l’addebito, formulato dagli attuali vertici del ministero dell’Ambiente, al governo precedente. La frittata ha avuto un prologo datato 2017, con la valutazione ambientale di allora, in un combinato tra Regione e Comuni che avevano dato il proprio benestare per poter ottenere i fondi elargiti dalla Regione per la compensazione ambientale. Parliamo, per il Comune di Lugo, di circa un milione di euro, che verificheremo se verranno erogati in questa legislatura e come verranno utilizzati».

Cittadini non tutelati

Coppola si sofferma inoltre «sui nostri aspetti contrari all’autorizzazione: innanzitutto questi scavi mettono i cittadini in una situazione di sicurezza precaria, modificando le pressioni del sottosuolo, sfruttando peraltro le possibilità di contenimento di un terreno, dove sono stati accertati letti di fiumi prosciugati. E causando una sorta di instabilità del terreno, come si può del resto appurare sulle abitazioni situate in prossimità dei siti interessati agli scavi. I dati sono stati da noi già segnalati e, quindi, sono noti ma volutamente ignorati come è stato fatto, a testimoniare che, da parte della maggioranza, non c’è stata la volontà politica di tutelare la sicurezza ed il patrimonio abitativo dei cittadini».

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