Trionfo dei Pirati: ecco lo scudetto!

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RIMINI. Scudetto numero 12. Dopo nove anni di lunghissima attesa Rimini torna sul trono d’Italia battendo con un sonoro 4-0 i campioni in carica del Bologna (7-0). Una vittoria meritatissima, conquistata con classe, grinta e una superiorità tanto inattesa quanto evidente. Merito di una squadra perfetta, unita, completa e determinata, che ha riportato il tricolore in Romagna, ridando lustro a un super presidente, Rino Zangheri, che da più di quarant’ anni continua a regalare il grande baseball all’appassionato pubblico neroarancione, caldissimo e determinante in ognuna delle quattro partite. Ma la vera chiave di questo trionfo ha un nome e cognome: Orlando Munoz. Il suo avvento ha portato la svolta tecnica e psicologica, la marcia in più mancata nelle ultime stagioni. A livello tecnico con un baseball efficace e aggressivo, fatto di rubate, bunt, batti e corri, unito a un monte di lancio gestito alla perfezione dal manager e dal pitching-coach Illuminati, ma soprattutto psicologico, grazie a una mentalità finalmente vincente che ha portato la squadra a centrare sempre gli obiettivi davvero importanti, vedi la tripletta decisiva nel derby con la T&A e la serie finale con la UnipolSai.

Garaquattro. Che il Bologna non abbia mollato si capisce già dal primo inning, quando Infante batte subito valido, avanza in terza su bunt di Ambrosino e rimbalzante di Liverziani, ma viene colto fuori base su un incomprenisbile “squeeze” con due out fallito da Suarez. Rimini dal canto suo non sfrutta il doppio di Olmedo e si salva ancora per il rotto della cuffia al 2° con una giocata Major di Olmedo, che elimina a casa base Rodriguez, e il “k” su Sabbatani con corridori agli angoli. Situazione pericolosissima che si ripete al 3°, con Candelario che stavolta piazza lo strike-out liberatorio su Suarez.

Zero. Passata la tempesta senza danni, comunque, il pitcher neorarancio sale nettamente di tono e per tre inning non fa più vedere palla ai rivali. Il problema è che sull’altro fronte Rivero fa esattamente la stessa cosa col line-up dei Pirati, concedendo solo una base ball a Olmedo e un singolo a Bertagnon, peccato che entrambi vengano colti fuori base, vanificando ogni chance (0-0 al 6°).

La svolta. L’inning chiave è il 7°: Candelario dà qualche piccolo segnale di stanchezza regalando 4 ball a Vaglio ma stavolta è la Fortitudo a combinarne di tutti i colori, prima con il bunt di Sambucci dritto dritto nel guanto del pitcher di casa, poi con lo stesso Vaglio che si fa cogliere fuori base, per chiudere con il “k” di Sabbatani. I Pirati sentono l’odore del sangue e al cambio di campo piazzano la zampata che vale il tricolore: comincia Romero con un singolo a destra, Mazzanti riceve la base ball e il bunt di Zileri viene completamente “ignorato” da Suarez. A basi piene tocca a Bertagnon, che piazza la valida in ritardo dell’1-0. Per Rivero la partita finisce qui, ma il rilievo Cova non fa certo di meglio, perchè arrivano subito il singolo del 2-0 di Spinelli e dopo l’out a casa base di Zileri, un’altra valida di Di Fabio (3-0), un balk (4-0) e il clamoroso errore di Sambucci che regala altri due punti per il 6-0.

Trionfo. E allora gli ultimi due inning sono solo un conto alla rovescia verso la il tricolore numero 12, con Moreno che dà il cambio a Candelario e completa l’opera, mentre il line-up firma anche il punto del definitivo 7-0. E finalmente la festa è tutta e solo neroarancione.

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