Centri storici, chiuse centinaia di negozi. E ora si teme per l’estensione delle Ztl

BOLOGNA. Un centinaio a Cesena, lo stesso a Ravenna. Una stabilità maggiore, almeno numericamente, a Forlì e Rimini, anche se il dato, secondo Confcommercio Emilia Romagna, va interpretato. C’era una volta il centro storico, unica meta per ogni acquisto. I centri commerciali hanno dato una vigorosa spallata, il resto lo hanno fatto la crisi e lo shopping on line. Il risultato, in tutta la regione, è un’emorragia di negozi costante che negli ultimi dieci anni ha spazzato via 1.500 attività al dettaglio nei cuori delle città. Un calo del 9%. Il numero è allarmante e, secondo Confcommercio, c’è un altro problema in vista da gestire «con criterio» per evitare ulteriori ferite: il Pair 2020, il piano per la qualità dell’aria che «prevede di estendere entro il 2020 al 100% dei centri storici le Zone a traffico limitato», spiega il presidente regionale di Confcommercio, Enrico Postacchini.

I numeri

L’associazione ha analizzato l’andamento dello stock degli esercizi al dettaglio di 13 categorie merceologiche (tra cui alimentari, rivendite tabacchi, farmacie, carburanti, computer, telefonia, libri, giocattoli, tessili, abbigliamento, ferramenta, mobili, commercio ambulante), degli alberghi e delle attività di ristorazione degli ultimi dieci anni dividendo i dati delle attività presenti nei centri storici da quelli dei negozi fuori dalle “mura” delle città.

A Cesena nel 2008 gli esercizi di commercio al dettaglio in centro storico erano 678. A dicembre del 2018 si sono ridotti a 577. A Ravenna da 803 sono passati a 710. Stabili invece, pur con le normali dinamiche di settore, le attività di Forlì e Rimini.

A crescere, un po’ ovunque in regione, sono gli alberghi (+15,2% nei centri storici) e i bar e ristoranti (+14,4% nei centri storici) per un aumento numerico complessivo rispettivamente di 147 e 1.034 unità. In Romagna è Ravenna la piazza dove questo aumento è stato più consistente: da 373 a 468 in dieci anni.

Insomma, il settore non se la passa troppo bene. E per i centri storici all’orizzonte c’è il nodo delle Ztla allargate a tutte le superfici dei centro storici che spaventa l’intera categoria. Il tempo infatti stringe. Il piano regionale dell’aria scatterà secondo le previsioni nel 2020, tra meno di un anno. «Lo “stato di salute” del comparto - prosegue Postacchini - deve incidere sulle strategie di gestione della domanda di mobilità in ambito urbano. Il timore è che, nella fretta di applicare la normativa senza progetti di mobilità alternativi, prevalga la logica del divieto. La maggior parte dei comuni non è pronta».

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