Economia, secondo semestre ok Tutti gli indici sono positivi

RIMINI

L’economia riminese cresce anche nel secondo semestre del 2018. Lo dicono i dati di Confindustria Romagna sulla base di una indagine condotta fra circa 350 aziende del comparto manifatturiero e dei servizi. Nell’area riminese, le imprese coinvolte valgono un fatturato di 2 miliardi di euro e settemila addetti diretti: ne emerge un buon andamento della produzione e del fatturato, con percentuali leggermente migliori rispetto ai primi sei mesi, in controtendenza con il dato nazionale grazie alla crescita delle quote di fatturato estero.

Tutti gli indici in crescita

Fatturato totale su (+7%) rispetto al secondo semestre 2017 con +12,5% sul mercato interno e +2,6 nell’export. «Lavorare sui mercati internazionali – sottolinea il presidente di Confindustria Romagna, Paolo Maggioli – è più difficile rispetto all’Italia, perché occorre una strategia più complessa con investimenti diversi sui singoli mercati. Da qualche anno, però, notiamo un miglioramento strutturale anche se magari incide meno sui fatturati». Le imprese con meno di 50 dipendenti evidenziano il dato migliore: +8,9% del fatturato totale (+15,1% interno e -1,5% estero). Le grandi imprese con un numero di almeno 250 dipendenti segnano un aumento del +7,3% (+16,1% interno e +1% estero). Minor crescita per le ditte sotto i 249 lavoratori: +6%, (estero +7,4% e interno +3,2%).

Segno “più” anche per gli altri dati. La produzione fa registrare un +4%, l’occupazione (+10,5%) con una crescita considerevole soprattutto fra le ditte medie (+19,1%). Gli ordini totali sono in aumento per il 56,5%. Il grado di internazionalizzazione si attesta al 55,9%.

Quanto alla difficoltà nel trovare personale: solo il 2,2% delle aziende la considera molto elevata, il 10% elevata, mentre il 43,5% del campione riscontra una difficoltà media e il 23,9% bassa. Il 19,6% non ha alcuna difficoltà.

L’indagine sugli investimenti effettuati nel 2018 rileva che la percentuale è cresciuta del 4,1 rispetto al fatturato: i più ricorrenti sono quelli in tecnologie dell'informazione e della comunicazione, ricerca e sviluppo, formazione e linee di produzione. Solo il 4,2% degli imprenditori coinvolti ha dichiarato di non aver effettuato alcun investimento nell’anno appena concluso.

«Siamo di fronte a grandi cambiamenti tecnologici e di gestione – spiega Paola Giuri, direttore del dipartimento di Management dell’università di Rimini –. Per questo formare gli studenti, oggi, è fondamentale così i ragazzi possono arrivare già pronti nel rapportarsi con i clienti». Altro versante «è il welfare aziendale, tema sul quale si stanno impegnando sempre più imprese, perché offre sviluppi positivi e porta maggiori professionalità nelle aziende».

Le previsioni per il 2019

Previsioni positive per l’anno in corso. Il 40,9% delle imprese prevede un aumento della produzione e degli ordini (+43,2%). Sul fronte estero ordini stazionari (+54,3%) o in aumento (+39,1%). Bene anche l’occupazione: in crescita per il 35,6% delle aziende o stazionaria per il 55,6%.

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