L’economia del mare prende il largo a Rimini: 1,1 miliardi di euro e 21.700 occupati

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RIMINI. Con le sue 5.100 imprese, che incidono per il 13% sull’economia provinciale, 21.700 occupati e più di un miliardo di valore aggiunto, il territorio di Rimini è tra i primi in Italia per aziende che lavorano nella Blue Economy, l’economia del mare. A certificarlo è il sesto Rapporto nazionale sull’Economia del Mare, che vede appunto una peculiarità in Rimini, legata al prodotto turistico balneare. È infatti soprattutto nel comparto turistico e ricettivo che Rimini primeggia, sottolinea il Comune, ma ottimi risultati emergono anche nel settore della produzione ittica e, più indietro, cantieristica e movimentazione per merci e persone. Nella classifica, infatti, la provincia oltre essere prima per percentuale di imprese Blue Economy, è al secondo posto sia per quanto riguarda l’incidenza del valore aggiunto generato sull’economia locale complessiva (il 13,3% con 1,173 miliardi) sia per l’occupazione (14,4%, 21.700 occupati). Ed è al sesto posto per quanto riguarda il numero assoluto di imprese nella blue economy italiana, 5.100. È sesta anche per quanto riguarda i numeri dell’occupazione assoluta e settima per valore aggiunto prodotto.

«Il rapporto - commenta Anna Montini, assessore alla Blue Economy - pone Rimini ai vertici nazionali di un settore ampio e complesso, che comprende diversi comparti produttivi, come la filiera ittica, la cantieristica, la portualità, il turismo e la cultura, dando un segnale di positività rispetto ai trend di altre economie locali».

Un settore in crescita che «vede Rimini a livello di colossi storici come Napoli, Genova, Palermo, Venezia e Trieste». Se «non sorprende la leadership relativa al settore turistico, è da sottolineare l’importanza crescente della produzione ittica», prosegue Montini.

La filiera ittica parte dalla pesca in mare, con le flotte della marineria, passando per lo stoccaggio e la logistica fino alla ristorazione. «Proprio la ristorazione, con i prodotti a miglio zero basati sul nostro pesce fresco, rappresenta d’altronde anche un prodotto turistico di tutto rispetto nell’ambito della nicchia enogastronomica». Si tratta di numeri che «testimoniano la vivacità produttiva e la centralità strategica della blue economy per l’economia e la società riminese - prosegue l’assessore -. Un comparto imprenditoriale che, in un momento in cui il Paese si mostra industrialmente debole, si conferma forte e in crescita, candidandosi a crescere ulteriormente nei prossimi anni, sia in termini assoluti, sia rispetto agli altri settori produttivi locali».

Questa preminenza della Blue Economy provinciale, sottolinea infine, «dovrebbe avere il giusto riconoscimento dagli enti preposti, di ogni livello, allorché si discute di investimenti e infrastrutturazione soprattutto nell’area portuale. Su questo ci attendiamo un’attenzione sempre maggiore».

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