I 170 anni del Bonci

Archivio

CESENA. Questa volta il teatro Bonci di Cesena si autocelebra e invita allo spettacolo di se stesso. Avviene con la grande mostra 170 anni: una storia per immagini, che si inaugura oggi alle 17 nel teatro Bonci, e a seguire alla Biblioteca Malatestiana. È un evento celebrativo che attraversa l’estate, così come estiva fu l’inaugurazione, il 15 agosto 1846 a opera di Vincenzo Ghinelli.

Come un novello Dorian Gray, il Comunale si rimira allo specchio; le rughe in questo caso compaiono, ripensando a un teatro finito che incideva sulla vita sociale molto di più. Dallo specchio traspare però una passione antica che ancora persiste; si è evoluta, e si vedrà, in linguaggi e interpreti che sollecitano nuovi sguardi e confronti. Non è una mostra a teatro; è una mostra del teatro nella sua totalità, dai palchi al foyer, dal loggione, alla sala principale, per immagini, foto documenti, oggetti di scena.

«Si vedranno foto, oggetti, documenti sconosciuti al pubblico, materiali che restano nascosti» fa sapere il direttore Franco Pollini.

Il Bonci entra pure in Malatestiana, nel gioiello della biblioteca, perché il teatro è anche parola, documento scritto. Così, nella sala San Giorgio, si apre un sipario storico, curato dalle “interpreti” Gessica Boni, Paola Errani, Carla Rosetti. Dal baule traggono materiali di rappresentazioni realizzate prima che il Bonci diventasse tale, prima della sua costruzione.

«Questa sezione farà capire al pubblico quanto il teatro e la musica fossero amate nella città, sin dal 15° secolo. Nel Seicento arrivò il primo teatro cesenate, Palazzo Alidosi; fu dotato di una sala con palco attrezzato e scene» aggiungono le curatrici.

Il Bonci si racconta pure nei suoi spazi, quelli in gran parte destinati al pubblico. «Si scoprirà un teatro in grado di sorprendere – annuncia il direttore –. Perché l’intero edificio parlerà del suo passato, dalla riproduzione della prima pergamena, relativa alla prima posa, alle foto di attori di prim’ordine, quelle del fondo Settefonti, fino all’ascolto della voce del tenore Bonci».

I palchetti acquistano un ruolo “emotivo”; dentro ognuno verrà collocato un oggetto, una memoria che rimanda a un evento preciso. Le fotografie stampate dall’artista Matteo Bosi focalizzano particolari insoliti. La grande sala di platea fa riascoltare la voce del tenore Alessandro Bonci, grazie a registrazioni trasmesse da strumenti d’epoca provenienti dal museo Musicalia. Il primo ordine di palchi ripercorre la storia fino al tempo di Renato Serra; nel secondo si portano in scena ricordi del dopoguerra, fino agli anni Cinquanta; nel terzo si attraversano i decenni tra il Sessanta e il Settanta, mentre nel quarto si arriva all’epoca attuale. Il loggione è dedicato a Dario Fo e a Franca Rame con una mostra sul periodo cesenate della loro opera teatrale (a Cesena nacque Mistero buffo).

Antonio Maraldi cura la sezione “Tra schermo e palcoscenico. Interpreti del cinema italiano al Bonci” con fotografie dei fondi dell’archivio del Centro cinema.

Previste visite guidate.

Info: 0547 355714

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