Feroce rapina in casa: anziana legata e botte

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LONGIANO. Rapina sanguinosa con botte e sevizie. Ieri sera tutto il borgo di Longiano è stato scosso dal pestaggio di madre e figlio. La 76enne Cesarina Dall’Ara in Burioli e il figlio Pier Paolo Burioli, di 53 anni, hanno subìto un’aggressione in casa, in pieno centro, lungo via IV Novembre.

L’uscio dell’abitazione è di fianco al negozio di tabaccheria e articoli da regalo di Francesca Burioli, figlia e sorella dei due malcapitati. I malviventi, che probabilmente si aspettavano di trovare un ricco bottino, si sono accaniti con inaudita ferocia sulle due “prede”, ferendole. Dopo aver legato con nastro adesivo l’anziana, hanno spaccato tutto quanto hanno trovato, a caccia di un inesistente bottino.

Finita la mattanza, sul posto sono intervenute pattuglie di carabinieri dalle caserme di Longiano, Savignano e Cesenatico, oltre a due ambulanze per portare via i feriti.

Non è la prima volta che i ladri fanno incursioni nel capoluogo, anche sulla stessa via.

Cesarina, che è vedova di Guido Burioli dal 1999, ex sindaco di Longiano negli anni Sessanta, è quella che ha avuto la peggio. Il figlio ha il labbro spaccato e la mascella gonfia, ma è vigile. Non altrettanto si può dire della madre, che è stata ricoverata al Bufalini, in prognosi riservata.

I particolari inquietanti si sprecano, come racconta il figlio malmenato. «Lavoro come custode in un’importante azienda longianese - afferma - Alle 19.30 sono rientrato in casa. Ho appena fatto in tempo a vedere due loschi individui con un fazzoletto calato sul viso, quando sono stato colpito con una botta tremenda in faccia e sono svenuto, non so per quanto tempo. Quando mi sono ripreso, avevo la faccia coperta di sangue e la mamma era a terra, priva di sensi, legata con nastro adesivo e col viso tumefatto. Gli aggressori non sono umani, ma animali della peggiore specie!».

La vittima è convinta di poterli riconoscere: «Ieri sera (due sere fa per chi legge, ndr) erano venuti due rumeni, dicendo che cercavano tal Angelo Maretti, nome inesistente a Longiano. Quando ho riferito di non conoscerlo mi hanno detto che abitava in via Decio Raggi. Solo ora capisco che era tutta una messa in scena per un sopralluogo per la rapina. Sono sicuro che sono gli stessi, per altezza, corporatura e occhi. Probabilmente, oltre a loro due, c’era un palo. Spaccando tutto, devono avere fatto parecchio rumore, ma confiniamo a destra con una casa disabitata e a sinistra con una famiglia assente in questo periodo».

Infine, uno sfogo: «Non è giusto torturare una persona anziana in quel modo. Stiano sicuri che saprò trovarli!».

 

 

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