Nespole & co, i frutti dimenticati a Casola Valsenio

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Un appuntamento che si rinnova da 30 anni nel secondo e terzo fine settimana di ottobre, quindi sabato 9 e domenica 10, sabato 16 e domenica 17 ottobre. È la Festa dei frutti dimenticati di Casola Valsenio che questi frutti ha riportato alla memoria gustativa e produttiva salvandoli appunto dall’oblio. Spettacoli, mostre, degustazioni, laboratori per bambini, stand gastronomici e soprattutto il grande mercato dei contadini del territorio, che porteranno sui propri banchi le varietà di frutta che hanno rischiato di andare perdute e che invece sono state riscoperte grazie al duro e appassionato lavoro di recupero di molti agricoltori casolani. Nespole, melagrane, pere volpine, volpone e broccoline, mele di ogni fatta: abbondanza, ruggine, annurche e gelate, cotogne, azzeruole, corbezzoli, uva fragola e uva spina, bacche di rosa canina, corniole, giuggiole... frutti antichi, spesso selvatici, e dal sapore ineguagliabile, che hanno resistito, magari dimenticati nelle aie e al bordo dei campi, dimenticati non tanto da chi ne aveva conosciuto il sapore ma certamente da un mercato omologato e poco incline alla biodiversità che essi stessi rappresentano. Protagonista della Festa sarà anche il Marrone di Casola, che si potrà acquistare direttamente dagli stessi produttori, appena colto dai castagneti in queste settimane. Il rigido regolamento della Festa prevede la partecipazione esclusivamente di produttori locali e permette l’esposizione sui banchi solamente di varietà antiche e autoctone, coltivate nel territorio e spesso e volentieri raccolte dagli alberi poco prima dell’evento. il programma prevede poi laboratori di piccola falegnameria, preparazione di biscotti, attività ludiche di svariato genere e numerosi artisti di Casola Valsenio, artisti di strada e musicisti provenienti da tutta Italia. La Festa dei Frutti Dimenticati celebra un modo di vivere legato alla natura, ai suoi ritmi, alle sue stagioni. Lo riscopre in un modo tutto suo, facendolo raccontare ai contadini che lo vivono da sempre e che, grazie alla Festa, hanno la possibilità non solo di offrirlo al pubblico, ma soprattutto di trovare quella forza per continuare a difenderlo e tutelarlo, attraverso una produzione attenta.

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