Ne resterà soltanto uno: il caso-Rieti e una Fip impreparata davanti al Covid

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E’ successo domenica scorsa in A2. Poteva essere capitato anche in B, C Gold o qualsivoglia campionato sotto pandemia (più difficile in A1, per l’ovvia risonanza annessa), ma alla fine il confusionario regolamento voluto dalla Fip per gestire la situazione emergenziale ha partorito il temuto “mostro”. Dunque, la Kienergia Rieti, impegnata fra le mura amiche contro Orzinuovi nel match valido per la quarta giornata del girone Blu, si è ritrovata ad una trentina di secondi dal gong del 3° quarto con un solo giocatore in campo. Agli arbitri non è rimasto altro che fischiare la fine del match sul punteggio di 54-77.

Cosa è successo? Attenzione, nulla a che vedere con il regolamento tecnico del basket, perché quando una squadra non ha almeno due giocatori schierabili sul parquet scatta (da una vita) istantaneo, e giusto, il Game Over, ma qui il caso è stato quantomeno indotto. Dunque, il club laziale, duramente colpito dal Covid e dagli infortuni (conseguenza del forzato e frettoloso ritorno all’attività dopo il virus), si è presentato alla sfida con Orzinuovi con appena 6 giocatori a referto, ma solamente cinque utilizzabili. Dopo aver resistito fino all’intervallo (40-47) Rieti, senza possibilità di fare cambi, ha perso causa 5° fallo il giovane Imperatori: rimasti in 4 i padroni di casa hanno accumulato altre uscite per penalità. Fino a quella dell’ex forlivese Quirino De Laurentiis a circa 30” dalla sirena del 3° quarto. Dalton Pepper è rimasto solo in campo e allora gli arbitri hanno dovuto sospendere il match con ben 10’ di anticipo rispetto alla normalità.

La verità è che Rieti ha pagato sulla propria pelle, nel giro di una settimana, tutte le brutture del regolamento Fip anti-Covid: dunque, la Kienergia si è presentata lunedì 3 maggio a Casale Monferrato con 8 giocatori (compreso l’infortunato Amici) ed ha perso 86-84 finendo in 4 contro 5. Quarantotto ore dopo, mercoledì 5 maggio, arriva la trasferta ad Orzinuovi con 6 elementi, ma dopo 180” si ferma Piccoli (problema fisico) e Rieti resta in 5. Alla fine i lombardi vincono di 31, con la squadra di coach Rossi che gioca tutto l’ultimo quarto in 4. E, beffa finale, il club si prende pure 1000 euro di multa dal Giudice sportivo per non aver schierato il numero minimo di giocatori richiesti a referto (8). La stessa multa, inevitabilmente, sarà comminata per il match di domenica scorsa. Curioso, poi, evidenziare come Rieti non possa inserire nella lista-gara ragazzi del proprio settore giovanile, in modo da raggiungere il minimo, perché questi possono essere convocati solo da 11 e 12esimo, ovvero con 10 giocatori a referto (i 4 Under tesserati sono tutti bloccati in quarantena, giusto per rendere l’idea). Un vero rompicapo.

Attenzione, fino a questa seconda fase del campionato l’emergenza Covid era stata gestita in modo sì singolare, ma lasciando una scappatoia ai club, ovvero quella dell’intervento delle Asl locali. In sostanza, a prescindere dal numero di giocatori colpiti dal Covid (8 su 14 non colpiti dal virus per giocare), con l’intervento delle autorità sanitarie e la messa in isolamento fiduciario del gruppo squadra si otteneva comunque il rinvio. Risultato? Una mare di partite da recuperare e le già denunciate storture sui match giocati a regular season chiusa. In vista della seconda (inutile) fase e dei playoff la Fip è corsa ai ripari solo come lei sa fare, ovvero negando la possibilità del rinvio e infliggendo il 20-0 a tavolino a chi non si presenta. Così Rieti, già duramente colpita dal Covid ad inizio marzo, è stata costretta a scendere in campo in condizioni disumane (a livello sportivo), subendo una serie di pesanti infortuni dettati dalla violenta (per il fisico) ripresa dell’attività e conseguenti sconfitte che, a questo punto, la spediranno a giocarsi la salvezza davvero senza uno straccio di equità competitiva. Insomma, molto meglio sarebbe stato fin dall’inizio fissare regole più certe per affrontare l’emergenza sanitaria, così da evitare queste situazioni paradossali e mettere pure il freno a chi, invece, se ne è approfittato.

Rieti sta pagando la dabbenaggine di altri e, allora, sarebbe bello capire come il presidente Petrucci possa ancora difendere in questa folle annata del Covid il sistema delle retrocessioni. Lo abbiamo scritto altre volte, negli ultimi mesi, e lo ribadiamo. Chi non si adatta all’emergenza e capisce che le proprie abitudini vanno cambiate e adattate alla situazione, sbaglia. Nello sport come in tutti i settori della vita umana. Peccato che nello sport e in particolare nella pallacanestro di dirigenti, anche di alto livello, poco inclini al cambiamento e quindi molto “sbaglioni” ce ne siano davvero troppi.

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