Nascerà a Cesena la nuova unità operativa di chirurgia plastica

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L’Ausl Romagna avrà nel prossimo futuro una nuova unità operativa completamente dedicata alla Chirurgia Plastica. Una struttura che, anche se non avrà un luogo “fisico” di riferimento logistico, avrà però come punto di riferimento primo per tutta la Romagna la sede del Bufalini di Cesena. Ospedale vocato, con il trauma center e con la presenza del Centro Grandi Ustionati, ad una mole di lavoro ampia quando si tratta di necessità ricostruttive di pelle o di parti corporee.

Via libera dalla Regione

«Si tratta di una novità che discende da quello che è il piano di sviluppo compressivo delle nostre strutture sanitarie - spiega i direttore generale dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori - La Regione ha da poco autorizzato la creazione di questa nuova struttura: un fatto molto positivo in un’epoca in cui, dal punto di vista sanitario, troppo spesso si deve far quadrare conti che non tornano e non è mai facile trovare delle aperture anche su novità che invece sono necessarie per migliorare».

Più specialistiche

La chirurgia ricostruttiva in Romagna vede al lavoro già molti professionisti. Su sedi di lavoro differenti: da Cesena, a Santarcangelo passando per il forlivese. Quando si tratta di chirurgia plastica le specializzazioni sono diverse. La “ricostruzione” può servire dopo un incidente subito, dopo l’asportazione di un tumore (i casi più frequenti sono quelli alla mammella per le donne), ma si rende spesso necessaria anche per le ustioni dove entrano in ballo le conoscenze del Centro Ustioni del Bufalini ed il lavoro della Banca della cute che riproduce tessuti di pazienti da reimpiantare agli stessi negli spazi dedicati di Pievesestina.

Un unico “sistema” coordinato

«La nuova struttura operativa che nascerà - spiega Carradori - metterà a sistema sotto un’unica coordinazione tutte queste competenze anche se facilmente le stesse resteranno per la maggior parte distribuite tra le varie realtà territoriali ed ospedaliere che compongono l’Ausl Romagna. Le sedi erogative dei servizi di fatto non cambieranno ma alcune fattispecie di intervento potrebbero invece essere concentrate. Noi dobbiamo creare le condizioni affinché i professionisti possano lavorare nella maniera migliore e soddisfare le necessità dei cittadini. Di certo un’unica struttura da cui una pluralità di professionisti dipenderanno, pur lavorando “sparsi” per il territorio dell’Ausl, avrà una maggiore capacitò sotto il profilo dei backup organizzativi: sostituzioni ed intercambiabilità viaggeranno di pari passo con la qualificazione delle varie professionalità; perché con un ente unico di riferimento si costruiranno con più facilità piani di irrobustimento delle competenze attraverso percorsi formativi specifici».

Obiettivo 2024

I tempi per vedere nascere questa nuova realtà? «Abbiamo “portato a casa” l’autorizzazione. Se una Regione riconosce la richiesta di una struttura complessa integrativa significa che ne riconosce l’utilità e altrimenti non darebbe l’autorizzazione. Adesso la Direzione Sanitaria e il collegio di direzione elaboreranno il profilo da cercare sul mercato per coordinare la nuova unità operativa. Qualcuno che possa seguire la bozza di un’ipotesi di organizzazione; qualcuno che non “sottragga”, ma che possa integrare ciò che già abbiamo al nostro interno. Lo chiederemo prima ai nostri chirurghi plastici senologici, oncologici e generali. Anche per poter avere da loro alcuni elementi che ci consentano di guardarci attorno nella selezione di chi possa essere il direttore di questa nuova realtà. Da quando mi sono insediato circa due anni e mezzo fa - chiosa Carradori - abbiamo messo mano a 90 strutture complesse, molte delle quali erano gestite da facenti funzione e 25 delle quali create ex novo. Per questa nuova realtà la prospettiva è quella di poterla vedere realizzata entro il primo semestre del 2024».

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