Myss Keta al Beky Bay di Igea Marina: l'intervista

Della identità di M¥ss Keta (il suo vero nome e l’età anagrafica), si sa poco o nulla. Certo è che dietro quella mascherina, con cui è abituata a “mostrarsi” in pubblico sin da tempi non sospetti, dice di avere trovato la vera se stessa. Reduce dal nuovo disco Club Topperia, anticipato dal singoloFinimondo, l’artista milanese, si esibirà questa sera (dalle 22) sulla spiaggia del Beky Bay di Bellaria dove, assicura, ci sarà da divertirsi.

«Non vedo l’ora di salire sul palco – esordisce M¥ss Keta –. Questo tour è tutto incentrato sulle sonorità da club e sul divertimento, che si sposano bene con la tradizione della riviera romagnola e con questi luoghi così frizzanti e caldi».

M¥ss Keta, quello del Beky Bay quindi sarà un concerto da ballare?

«Finalmente sì. Provare per credere. Sarà uno spettacolo essenziale, sul palco con me ci saranno due ballerini, ma la musica parlerà da sola, sarà al centro di tutto. Ci voleva davvero questo ritorno allo spettacolo live per poter rivivere certe emozioni insieme».

Cosa rappresenta per lei la mascherina da cui non si separa mai?

«La maschera mi permette di performare in un certo modo, di dire certe cose che altrimenti non direi. Un po’ come quando indossa la sua maschera Superman o Spiderman, uno dei miei preferiti. È come se mi liberasse dalle zavorre della quotidianità. Dietro quella maschera sento di essere vera sempre».

Il suo “Club topperia” rimanda a locali storici come il Cocoricò di Riccione; lo ha vissuto in prima persona?

«L’ho vissuto in prima persona, ma anche attraverso racconti quasi mitologici che hanno fatto storia. Isabella Santacroce per esempio, quel mondo, lo ha raccontato molto bene. Il Cocoricò è il nostro Studio 54».

Nel disco convivono personalità diametralmente opposte tra loro come la soubrette Francesca Cipriani, la pornostar Malena, Gué, Noemi, Isabella Santacroce e tanti altri. Rappresentano le sue diverse anime o i suoi mondi inesplorati?

«Un po’ e un po’. Alcune sono persone affini, come La Niña, o Bigmama, ci muoviamo nello stesso ambiente musicale condividiamo un certo tipo di sonorità e siamo parte di una wave. Per esempio i nostri testi sono completamente slegati dai testi tipici delle canzoni d’amore. D’altra parte ho scelto per questo disco anche persone che mi fanno esplorare mondi diversi dal mio. Una Noemi mi fa scoprire cose nuove, sia dal punto di vista melodico sia personale. Oppure Gué Pequeno, che fa parte della storia del rap, tecnicamente è uno dei più bravi in Italia è una persona da cui si può solo imparare».

Nel suo club esclusivo c’è qualcuno che non è ammesso?

«Non può entrare chi non ha rispetto per gli altri ed è fuori dal concetto di inclusione. In una festa top bisogna necessariamente condividere gli stessi valori. Oggi c’è questa tendenza, anche sui social, a fare quello che si vuole, a scrivere commenti spinti solo da un impulso distruttivo senza curarsi degli altri, delle ferite fisiche ed emotive che puoi infliggere al prossimo. L’uomo non è solo istinto, e certi movimenti dell’animo così negativi andrebbero modificati».

Ha qualche ricordo legato alla Romagna?

«Ho il ricordo di una serata al Cocoricò con Calvin Herris e un after al Classic Club di Rimini. Il prossimo ricordo sarà il concerto a Bellaria».

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