Musei di Rimini, la ripartenza

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La ricerca di nuove interconnessioni e di una nuova estetica del contemporaneo caratterizza la ripresa dell’attività espositiva del Museo Civico di Rimini, con le mostre Time to resume e Paesaggi d’istanti.

Una parziale riapertura anche al pubblico che i curatori Annamaria Bernucci, storica dell’arte e responsabile ufficio mostre, e Piero Delucca, hanno voluto collegare anche a esaustive riflessioni su fotografia e pittura, come quelle di cui fu autore Paolo Fabbri: «Si può parlare in diversi modi di fotografia in maniera sistematica o aforistica». Con l’auspicio che in questo momento di continue sospensioni e chiusure cautelative a causa della pandemia, si possano costruire nessi e interazioni e legare a sé una diversa “estetica” e un diverso consumo delle esposizioni d’arte contemporanea.

Di Fabio autore senza tempo

Così fino dal titolo: Tempo di riprendere (fino al 26 marzo all’ala nuova del museo a ingresso libero), propone una ricerca di com’è e come è stata la fotografia, ma anche quale potrà essere il suo futuro.

«Pensavamo – dice Piero Delucca – che il progetto dovesse individuare e tracciare i limiti dalle polarità contrapposte che potessero incarnare la dimensione socioculturale e urbana di un territorio in una qualche forma di dialettica convivenza. Facce di un poliedro complicato da costruire che trovi base nella territorialità riminese».

Da qui la scelta del gruppo di fotografi, che in questa occasione si presenta sotto il nome di Riminisecondotre, di documentare in questo spazio un autore “senza tempo”, Italo Di Fabio, che ha racchiuso, in sessant’anni di ricerca fotografica, un processo evolutivo in cui sono entrate tutte le tecniche: dalla fotografia tradizionale, al reportage, al racconto fotografico, all’elaborazione di immagini create per puro gioco miscelando istinto, fantasia e sensazioni senza alcun limite.

Nell’opera del fotografo pesarese, riminese da 1956, convivono senza ogni ragionevole dubbio passato, presente e futuro della fotografia, pienamente compenetrate nella territorialità riminese. Accanto a Di Fabio personalità diverse, artisti e fotografi, in una osmosi inedita tra mezzi espressivi strettamente legati tra loro, dall’installazione alla pittura, alla ricerca di una “pacificazione fertile dei linguaggi”: Isabella Balena, Annamaria Bernucci, Fabio Bruschi, Maria Pia Campagna, Vittorio D’Augusta, Gianni Gori, Stefano Mina, per Silverbook Produzioni Piero Delucca e Flavio Marchetti, il gruppo Riminisecondotre, composto da Daniele Bacchi, Roberto Del Bianco, Flavio Ricci, Dario Zanetti, Valerio Zanotti.

Opere tra presente e passato

Un confronto fecondo tra le opere del presente e opere antiche della pinacoteca e della sezione archeologica del museo, come poste in relazione a indagare il passato e guardare sotto una luce diversa il futuro, anima il percorso di “Paesaggi d’istanti”, progetto espositivo-installativo con l’Accademia di Belle Arti di Verona.

In mostra in allestimento virtuale negli spazi dell’ala nuova del museo, una selezione di lavori realizzati dagli studenti del biennio Atelier Direction, promosso dai docenti dell’Accademia: Mauro Pipani (coordinatore del progetto e docente del corso di Pittura), Franco Spaliviero, Daniela Rosi. I contributi personali sono presentati all’interno di una visione collettiva come istantanee che vogliono fotografare il reale nella situazione anomala causata dalla pandemia): disegni, opere pittoriche, mosaici, installazioni, video, frutto di “letture” secondo molteplici prospettive.

Paesaggi (fisici e mentali) diversi, talvolta distanti tra loro (ma forse solo in apparenza), in realtà strettamente legati nella ricerca di un equilibrio, forse – a partire dai luoghi urbanizzati – di un contatto più simbiotico con la natura, con la Terra e, di fatto, con se stessi.

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