MotoGp, i 140mila di Misano e il dopo-Rossi che è iniziato

A un certo punto è finito l’inno spagnolo in omaggio alla vittoria di Jorge Martin. L’altoparlante ha finito il suo lavoro ed ha iniziato a cantare il pubblico: lì un brivido bipartisan ha scosso il presidente della Regione Stefano Bonaccini come la sottosegretaria all’Economia Lucia Albano. Governo e opposizione si sono gustati un tonante inno di Mameli che si è sentito da San Marino a Imola. Lo hanno cantato in migliaia ed erano perfino intonati, con le gole lubrificate da birre e beveroni energetici vari.
Gran pubblico
Non siamo ai numeri di Rossi, ma il pubblico di ieri certifica che il dopo-Rossi è gestibile. Nel week-end si sono visti complessivamente 141.056 spettatori, sommando le presenze di venerdì (21.688), sabato (39.944) e domenica (79.424). Misano 2023 supera Mugello 2023 (135.670) di poco meno di 6mila presenze. Una vittoria da trenini e macarene nei corridoi, anche se nessuno degli organizzatori lo ammetterà mai.Dal 2015 al 2019, negli ultimi veri scalci di Valentino, Misano ha gravitato sempre oltre quota 150mila spettatori, con il record assoluto di 159.120 che risale al 2018 con Dovizioso vincitore e Marquez fischiato come neanche Bocelli al concerto dei Metallica.
Nuovi eroi
Il week-end ha confermato che i nuovi eroi piacciono al pubblico. Si era iniziato con la conferenza del giovedì che sembrava la sala d’attesa del medico. C’erano Bezzecchi e Bagnaia a scambiarsi informazioni sui rispettivi dolori, neanche fossero due pensionati che devono fare sera e dopo la visita dal medico vanno a visionare un paio di cantieri. Ma è solo un’impressione, perché questi ragazzi prima raccontano il loro dolore, poi salgono sulla moto, mettono il cervello in “off” e vanno come assatanati. I libri del dottor Costa ci hanno spiegato che cosa siano la soglia del dolore e la soglia del rischio per un pilota e in questo fine settimana Bagnaia e Bezzecchi ce lo hanno ricordato.Niente idoli, solo campioni
Da due anni a questa parte, si sono affermati nuovi campioni e non ci sono più idoli e nemici. Non c’è più il confronto tra Valentino Rossi e Marc Marquez, manca la cena a lume di candela tra due taniche di benzina, come direbbero i Pinguini Tattici Nucleari. Senza Rossi non c’è un totem da venerare, mentre un podio senza Marquez toglie il bersaglio su cui sfogare bassi istinti. Ora è un po’ come sfidare la Juve senza Bonucci o il Milan senza Ibra.Con la fiamma delle rivalità che si è smorzata, Misano punta sulla qualità del prodotto. In primis, il restyling perenne dell’impianto, che ha ancora dei limiti ma nasce sul principio di accogliere la gente in qualcosa di bello. Non economico, ma bello. Dopotutto nel basket Nba o nella Premier League inglese (spettacoli tutt’altro che a buon mercato) l’intrattenimento va oltre lo spettacolo sportivo e le gente è attratta anche dal palazzetto o dallo stadio. A Misano la Square con i negozi e la Pit building con terrazzo panoramico sul rettilineo seguono la stessa filosofia, una filosofia che vale 140mila e passa biglietti.