MotoGp, "Da Agostini a Bagnaia, vi racconto i miei 50 anni a Misano"

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Il Misano World Circuit “Marco Simoncelli” spegne 50 candeline insieme ad Aldo Ronci. Ha sgridato Pecco Bagnaia, perché ha fatto pipì nel bagno della direzione gara, visto le gesta di Pasolini, Hailwood e di Agostini “il magnifico”, è stato a pochi centimetri dal campionissimo Michael Schumacher, e riceve sempre un cappellino da Jochen Hahn, campione fra i giganti della strada, il mondiale Truck, ogni volta che vince. Enea Bastianini, Celestino Vietti, Michael Rinaldi lo salutano volentieri quando passano in sala stampa e condividono il piacere di un sorriso con un vecchio amico.

Storico usciere della sala stampa

Già perché Aldo, alto, dinoccolato e simpatico, è l’usciere della sala stampa e della direzione gara del tracciato e non solo, dal 1972. Qui c’è sempre stato, con la battuta pronta. Il tracciato è cambiato radicalmente negli anni, diventando un tempio del motorismo: tribune, discoteche aperte e chiuse, nuovo senso di marcia, nuovi paddock, nastro d’asfalto, lui no... o meglio ha fatto i capelli bianchi, ma è arrivato a 77 anni con tanta voglia di svegliarsi presto per venire in circuito. «Mi sento giovane e vivo quando sono qui. A volte ho un po’ di ansia per i piloti, alcuni li conosco da ragazzini. Partecipo ai loro successi ed anche alle delusioni. È una passione nata in famiglia. Mio zio Amedeo è stato il presidente del Motoclub “Berardi” di Riccione ai tempi della Mototemporada e dei circuiti stradali, lo chiamavano il “re sole”, perché in gara non pioveva mai. Suo figlio Bruno, scomparso nel 2014, è stato direttore di gara. Ho visto le corse nei tracciati cittadini, finiti con l’incidente del povero Bergamonti (Bruno ndr), e poi l’inizio della storia del Misano World Circuit nell’agosto del 1972. Ho iniziato a collaborare con il circuito nel gestire le tribune e le biglietterie, per conto del motoclub Riccione, poi dal 1992 direttamente con la proprietà del tracciato».

I tempi eroici

Aldo c’era quando si correva per strada nella Mototemporada, c’era nella prima prova segreta della Benelli del neonato circuito di Misano, c’era quando Agostini, sfidava Hailwood e Pasolini (questa volta a Monza un “cornino” al Mwc): «Ago era freddo e professionale, Paso guascone e con la battuta pronta, Hailwood aveva una MvAgusta più lenta di quella di Ago, saltò su una Benelli, ma poi volò a terra».

In delirio per Agostini

C’era anche quando Mino salì sulla Yamaha dopo una vita in MvAgusta: «Arrivò una folla di 36mila persone a vederlo, così uno dei piloti amatori, si presentò in direzione gara con i tesserini di tutti i concorrenti comprimari che chiedevano il raddoppio del rimborso spese, altrimenti non sarebbero scesi in pista. Con tutta quella folla fu accordato: un biglietto costava dalle 3 alle 4 mila lire». Era il 1974 e Misano ospitò due gare internazionali fra marzo e maggio. Nella prima, quella dell’episodio narrato, il campionissimo si ritirò per noie meccaniche, nella seconda vinse.

Reggiani e l’Aprilia

L’album dei ricordi continua quando Loris Reggiani portò alla prima vittoria Aprilia nel 1987. La sera prima il babbo di Paolo Mioli, meccanico del forlivese, organizzò una grande cena che portò bene. Memorabile anche quella volta in cui i piloti della classe 500 protestarono non scendendo in pista e vinse Pierfrancesco Chili. «Era il 1989 e gli assi Usa (Rainey, Lawson e Schwantz, ndr) avevano dei motorhome grandi, che non stavano nel piccolo paddock di Misano e protestarono, rifiutandosi di scendere in pista».

I giorni nostri

Aldo c’era quando arrivò Colacem, l’attuale proprietà, e rifece tutto l’impianto rilanciandolo. «Il circuito è cresciuto enormemente. Ricordo l’ex direttore Maurizio Damerini, che ha fatto tantissimo per migliorare la sicurezza dei piloti e di chi lavora qui, oltre alla dirigenza attuale». Aldo c’era con Pierpaolo Bianchi e Fausto Gresini, Luca Cadalora, Loris Capirossi primo degli enfant prodige, con Valentino Rossi e Marco Melandri a seguirlo a ruota, fino ad Andrea Dovizioso all’apice della popolarità e re della Ducati. Tutti visti da vicinissimo. «Chiaramente è più facile conoscerli e avere un rapporto a inizio carriera o con i piloti di secondo piano. I grandi hanno spesso delle persone che fanno da filtro. Ricordo una volta che sgridai un ragazzino che era venuto nel bagno della direzione gara…. era Bagnaia... che figura! Ma da allora ci salutiamo sempre con un sorriso. Poi ricordo l’arrivo di Schumacher nel 2007, per salire sulla Ktm dopo essersi ritirato in Formula 1 (una prima volta nel 2006. ndr), con una folla di giornalisti a seguirlo. Alberto Fantini, il compianto direttore della gara di allora, mi mise in servizio proprio nel suo box. Ho fatto amicizia con tanti piloti: Bagnaia, Bastianini, Vietti, Rinaldi, Bayliss, Iannone e Stoner. Il tedesco Hann, del campionato mondiale dei camion, mi regala sempre il suo cappellino quando vince».

Ex arbitro di calcio

Non solo motori fra le sue passioni: un passato di arbitro di calcio di buon livello fra gli anni ‘60 e ‘70, poi ai vertici della locale sezione di fischietti: «Ho arbitrato con Messina di Bergamo, Longhi di Roma e D’Elia di Salerno. Vado ancora a guardare il nostro miglior arbitro, Antonio Rapuano di Rimini, quando dirige in serie A: l’ho visto ragazzino». Sposato con Maria Grazia, hanno due figli, Simone e Laura. Ma il grande amore di Aldo pare essere il “suo” circuito. Tante gare e tantissime emozioni, sempre con il Misano World Circuit nel cuore. La Riders’ Land è terra di passione mondiale proprio per la stessa febbre che ha preso Aldo 50 e passa anni fa.

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