MotoGp, "Il Buono, il brutto e il cattivo": Bagnaia, Bezzecchi e Martin "riscrivono" Sergio Leone

Sul podio di Misano Adriatico World Circuit Marco Simoncelli è andata in scena la sequenza finale del film “Il buono, il brutto e il cattivo”. Lo spaghetti western del 1966, di Sergio Leone, è uno dei film cult degli appassionati, proprio grazie al carattere dei tre personaggi che si battono per trovare un tesoro confederato, trafugato da alcuni componenti della scorta, alla fine della guerra civile Usa. Clint Eastwood è “Nessuno”, il buono, Eli Wallach, è Tuco il brutto, e Lee Van Cleef è “Sentenza”, il killer cattivo. Il duello finale è ricco di pathos. In MotoGP il buono è Pecco Bagnaia, il brutto Marco Bezzecchi e il cattivo Jorge Martin, che spesso ha ricordato di aver avuto degli avi sicari, «una storia di famiglia, roba di secoli fa». Chi ha visto il film, ma sono pochissimi quelli che non lo hanno fatto, specialmente fra chi entra negli “anta”, non potrà che rivedere Nessuno e Tuco nei battibecchi fra Bagnaia e Bezz: rigido, serioso, preciso e buono il primo; sfrontato, “caciarone”, spontaneo e diretto il secondo. Sentenza parlava poco, faceva paura. Così quando Marco e Pecco sono lì fianco a fianco a scherzare e a prendersi in giro, vengono in mente proprio Nessuno e Tuco del bellissimo film di Leone. La parte del “cattivo” si attaglia bene non solo a Martin, grazie alla ascendenza, ma anche a un Marc Marquez che si potrebbe ritrovare in sella alla Ducati Gresini, o a un Enea Bastianini che dovrebbe salutare la sfortuna e ricevere qualche bacio dalla Dea bendata. Per ora va detto grazie a Bezzecchi, soprattutto, ma anche a Pecco (che si presta a fargli da spalla) per questa ventata di allegria che scompagina un po’ conferenze stampa spesso tutte uguali, dichiarazioni filtrate da uffici stampa iper severi e il protocollo di Dorna, ben oliato e funzionante, ma spesso barboso. Bez è scorretto, non solo perché usa la parolaccia, ma anche per i contenuti di ciò che afferma. Concetti che, in bocca ad altri che non hanno la sua spontaneità e simpatia, sarebbero poco simpatici. In questo ricorda Vale e Marco Simoncelli, Non ha paura di dire che vuole “fregare” Pecco.