Ravenna, morti d'amianto al petrolchimico, la Cassazione: nessun colpevole

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Nessun colpevole. Sono le ultime parole della Corte di Cassazione, che chiudono definitivamente il maxi processo per le morti da amianto al petrolchimico di Ravenna. Un caso giudiziario senza precedenti, partito su iniziativa della Procura bizantina con 25 richieste di rinvio a giudizio fra gli storici dirigenti dell’ex Anic (oggi Syndial, società parte del gruppo Enichem), ritenuti responsabili secondo l’accusa delle malattie e delle morti ricondotte all’esposizione di decine e decine di operai alle fibre killer, tra gli anni ‘60 e la fine del 2012. Sfumata ogni speranza, le poche rimaste nel corso dell’inchiesta che sia in primo grado che in appello avevano deluso le aspettative delle 95 parti civili, disgregatesi con il passare degli anni e il sopraggiungere delle assoluzioni. La conferma è arrivata con la sentenza pronunciata nei giorni scorsi dalla Suprema Corte, che ha rigettato i ricorsi rendendo definitive le assoluzioni emesse dalla Corte d’Appello di Bologna il 25 maggio 2020; prescritta pure l’unica condanna nei confronti di 6 imputati (di cui uno deceduto) ritenuti colpevoli in secondo grado (così come nella sentenza precedente) del reato di lesioni colpose in merito a un solo caso di malattia da asbestosi polmonare. (L'articolo completo sul Corriere Romagna in edicola)

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