Morciano, gli Extraliscio all'auditorium della Fiera

Dopo i live di Parigi, Miami e i concerti con orchestra sinfonica a Taranto e Matera, a grande richiesta gli Extraliscio tornano ad esibirsi nei teatri italiani con tutta l’energia del loro imprevedibile punk da balera, portando sul palco i brani del loro doppio album “È bello perdersi” e le canzoni più famose della tradizione romagnola rivisitate in chiave “extra”.

Gli Extraliscio sono un eclettico gruppo guidato dallo sperimentatore e polistrumentista Mirco Mariani, accompagnato dalla star del liscio Moreno il Biondo e dalla “Voce di Romagna mia nel mondo” Mauro Ferrara, prodotto da Elisabetta Sgarbi con la sua Betty Wrong Edizioni Musicali, motore inesauribile di arte e cultura, fondatrice e direttrice de La nave di Teseo Editore e del festival internazionale La Milanesiana. Questa sera si esibiscono in concerto all’Auditorium della Fiera di Morciano di Romagna dalle 21,15.

Mariani, insieme ai suoi compagni di viaggio, sul palco della Fiera di Morciano di Romagna. Che effetto le fa tornare nella sua terra? Cosa rappresenta per lei?

«È un concerto importante perché è il concerto conclusivo di un tour che è partito la scorsa estate. Siamo stati sui palchi di tutta Italia, a Parigi, a Miami. A Morciano si conclude questo tipo di live, naturale prosecuzione del Festival di Sanremo e dell’album “È bello perdersi”: sarà una bella festa, un’ultima tappa di questo tour allegro che fa ballare anche da seduti! Di questi tempi c’è bisogno di allegria».

Possiamo dire che il 2021 è stato l’anno degli Extraliscio: dalla Mostra del Cinema di Venezia al Salone del libro di Torino, al Torino Film Festival. Qual è il segreto del vostro successo, secondo lei?

«Non bisogna aver paura di osare e di essere sinceri, non seguire una moda ma andare per la propria strada. Abbiamo Elisabetta Sgarbi alle spalle, dobbiamo molto a lei, perché ha scelto il progetto meno di moda che c’era in Italia, nessun altro lo avrebbe scelto».

Perchè avete deciso di chiamarvi proprio Extraliscio?

«Il nome è nato nel 2015, l’idea era quella di riportare il liscio ai giovani. Per il primo anno, detto onestamente, non ci ho creduto molto, ho fatto fatica a pensare che un genere musicale così maltrattato potesse avere una rinascita. Pian piano, dopo aver conosciuto Moreno, la lampadina si è accesa. Quando abbiamo cominciato questo progetto non pensavamo saremmo arrivati a tanto, non facciamo una musica che va di moda, ma abbiamo una grande energia e una grande voglia di sperimentare».

Siete stati a Venezia con il film “La nave sul monte” di Elisabetta Sgarbi. Com’è nata quest’avventura cinematografica?

«Dalla sera alla mattina ci siamo ritrovati su un set cinematografico con Elisabetta Sgarbi, è stato miracoloso! Elisabetta ha raccontato una parte di musica e personaggi che altrimenti sarebbero caduti nel vuoto, nell’oblio, invece sono stati proiettati in tutto il mondo: Hollywood, Cannes, Venezia,... Grazie a questo film abbiamo anche rincontrato tanti amici e conosciuti di nuovi: Ermanno Cavazzoni, Jovanotti, Elio, Biagio Antonacci, Francesco Bianconi, Antonio Rezza e tanti altri. Una favola che diventa realtà».

Avete anche scritto il vostro primo libro “Extraliscio. Una storia punk ai confini della balera”, quindi non solo musicisti ma anche scrittori.

«Elisabetta ci ha dato l’opportunità di raccontare le nostre storie che sono tutte storie di musica, anche se molto diverse tra loro. Moreno e Mauro hanno passato la vita a suonare e a far ballare le persone, è bello che la loro storia rimanga scolpita. Peccato che siano tinti e non spettinati, sennò sarebbe stata la biografia di una grande punk band».

Come definireste la vostra musica?

«Fuori moda ma sincera, imprevedibile, sperimentale».

Cosa spera arrivi con la vostra arte delle note?

«Il risveglio della musica tradizionale romagnola, perché arrivi non solo ai giovani ma a chiunque sia fiero di non seguire le mode ma di ragionare con la propria testa e con il proprio cuore».

È in radio il singolo “La nave sul monte”, estratto dall’album “È bello perdersi”, ma perdersi dove e con chi?

«L’album è nato durante il lockdown, avevamo voglia di perderci un po’ tutti, forse anche tra i sogni. L’ho registrato nel mio Labotron a Bologna, con quello che ho chiamato il Mariani Orchestrone. Ora siamo pronti per evolverci di nuovo, il futuro si avvicina ancora di più al mio mondo sonoro, quello dei contrasti, della ricerca dei suoni, per portare il linguaggio della tradizione sempre più verso mondi inesplorati. Unire generi diversi partendo dal fatto che abbiamo dei musicisti che vengono dalla musica da ballo e sono dei fuoriclasse, un po’ come abbiamo fatto nei due concerti incredibili di gennaio con l’orchestra sinfonica diretta dal maestro Molinelli».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui