Gli agricoltori lanciano un disperato appello per la frana di Montetiffi, che incombe sulla Sp 88 e impedisce il passaggio di auto e mezzi. Con la conseguenza che giorno dopo giorno cresce la loro angoscia, perché le strade alternative sono pericolose e allungano di quattro volte il percorso. «La nostra situazione è diventata insostenibile - riferisce Luigi Piscaglia, agricoltore 70enne che abita in via Montetiffi 35 e ora si ritrova terreni divisi a metà, tra la parte alta del borgo e la parte bassa verso Ponte Uso - Sono nato qui nel 1953 e qui sono sempre rimasto. Con la famiglia coltivo 140 ettari di terreno, soprattutto a prato e grano. Poi, come azienda agricola, alleviamo circa 70 capi, tra mucche, tori e vitelli. La nostra è un’agricoltura biologica e rispettosa della natura. Ma adesso siamo al limite della resistenza. Metà dell’ampio appezzamento di terreno possiamo raggiungerlo dal basso, mentre l’altra metà più in alto non è più servita da strade percorribili da mezzi di una certa stazza, come una mietitrebbia. Ci servirebbero carreggiate larghe almeno due metri e mezzo, perché al momento riesce a passare solo il trattore con il silos per il grano». La Strada provinciale 88 per Montetffi è chiusa, percorribile solo con automezzi fuori strada. «Purtroppo le fossette ai lati non avevano manutenzione da anni - aggiunge l’agricoltore - Laghetti, torrenti e fossati non sono più tenuti in sicurezza e noi non possiamo permetterci di togliere un albero o un arbusto, come facevano un tempo tutti gli agricoltori a loro spese».
Imprese i n affanno
Varie attività pagano lo scotto di questa situazione pesante: «Presto dovremo trebbiare e la mietitrebbia dovrà fare un percorso lunghissimo passando nel riminese per poi sbucare a Montetiffi. Poi c’è il problema carburanti: il mezzo con autobotte dovrà passare da Perticara e questo costerà di più. Anche il fieno comincia a scarseggiare e abbiamo dovuto subito ritagliare l’erba per avere foraggio nuovo da dare da mangiare alle mucche. Ci sono anche agricoltori che hanno problemi grossi con il latte. Il mezzo della Centrale del latte, infatti, non riesce più ad arrivare a Montetiffi e loro, per non dover buttare via il latte, lo devono portare con mezzi propri, del tutto inadeguati. Poi la strada alternativa ha tratti che si affacciano su burroni aperti. Per evitare rischi, servirebbero subito dei guard-rail o pezzi di muro divisorio in cemento armato: andrebbe bene anche quello usato e tolto negli mesi scorsi dalla E45; basterebbero 40 o 50 blocchi nei punti peggiori».
Lentezze e terrore sulle strade
Marina Piscaglia, agricoltrice con lo stesso cognome del marito, aggiunge: «Spostarsi sul territorio è diventato impossibile. Per fare pochi chilometri da Montetiffi a Sogliano ho impiegato anche oltre un’ora e mezza. I miei figli sono disperati. Uno lavora a Rimini e ci mette un tempo interminabile per arrivare. La figlia lavora a Strigara e teme ogni giorno per la sua incolumità, visto che con l’auto deve costeggiare burroni senza ciglio stradale ed è terrorizzata di rotolare giù per decine di metri. Prima c’era l’emergenza dei cinghiali che rovinano il terreno e dei lupi che attaccano agli allevamenti, adesso ci tocca fare i conti con questa nuova emergenza».