Monteleone: l'idea delle rose sulle frane crea tensioni

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«Abbiamo bisogno di sicurezza e non certamente di piantare rose bulgare nelle frane». La proposta lanciata dall’associazione “Il Borgo Odoroso aps”, guidata da Ada Grilli, viene presa di mira da alcuni residenti di Monteleone. Il millenario borgo sta vivendo uno dei momenti più drammatici della sua storia. Una frana di dimensioni gigantesche si è portata via un terzo del suo territorio. Delle tre vie di accesso al paese ne è rimasta una. Si tratta di quella del Monte Farneto. Impraticabili restano la via da Sorrivoli e la via da Montiano. «Abbiamo disagi inenarrabili per chi ha esigenze di mobilità, scolastiche o di salute - riferisce Fabio Mengozzi - Inoltre, metà delle case scaricano le acque nere in una rete fognaria divelta, che scarica i liquami a cielo aperto in prossimità del paese. Il tutto nella perdurante latitanza di chi dovrebbe occuparsene».

Droni dalla Sardegna

Per fortuna, sono arrivati provvidenziali rinforzi dall’esterno: «Nei giorni scorsi era presente in paese la sezione sarda dei vigili del fuoco specializzata in rilevazioni aeree di disastri idrogeologici. Sono venuti da Nuoro, chiamati dalla protezione civile nazionale, e hanno mappato tutto il territorio attorno al paese usando droni. Hanno invitato la cittadinanza a chiamare il numero 115 per chiedere interventi specifici di accertamento della situazione su ogni singola abitazione sulle vie di accesso e sui territori circostanti, in maniera tale che la comunità possa farsi promotrice, in base alle risultanze delle rilevazioni, di immediate richieste di intervento per ripristinare condizioni di sicurezza».

L’idea delle rose non va giù

Nei giorni scorsi è arrivata una proposta dell’associazione “Il Borgo Odoroso Aps”: «Già il titolo “Piantiamo rose nelle frane” - attracca Mengozzi - fa ridere ma anche infuriare gli abitanti di Monteleone. È una proposta che provoca incredulità, ilarità, ma anche rabbia. Di fronte a una situazione in cui si lotta per la sopravvivenza, l’associazione “Il borgo odoroso”, che da qualche anno opera sul territorio, si fa promotrice di una piantumazione ad opera di giardinieri bulgari di rose di damasco nelle frane».

Ruggini per l’albero

Poi viene rivangata un’altra vicenda che ha creato dissapori. «I cittadini sono già stati vittime di una battaglia dell’associazione contro l’abbattimento del tiglio e contro la creazione di posti auto in sicurezza. Una battaglia che ha poi vinto, costringendo i cittadini a a vivere da tre anni con una piazza transennata a mo’ di paese terremotato per preservare un albero destinato ad avere pochi lustri di vita, invece di sostituirlo con uno magari non coevo ma che assicurerebbe refrigerio per i prossimi decenni. E dopo tutto questo, ora gli abitanti, alle prese con una lotta assolutamente vitale per la realizzazione di opere di contenimento e di messa in sicurezza delle corti franate, si trovano a dover discutere per evitare l’impianto di “serre bulgare di rose”. Si stenterebbe a crederlo se non fossero dichiarazioni virgolettate e firmate “Il Borgo Odoroso”».

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