Monte Sasso: frazione "liberata" ricostruendo l'antica mulattiera

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Monte Sasso è un piccolo borgo di case abbarbicate attorno ad un antico castello sopra Mercato Saraceno. Una comunità coesa, di 28 famiglie residenti che a causa delle tante frane, provocate dall’alluvione del 16 maggio, è rimasta isolata per diversi giorni. L’unica strada provinciale che porta al paese è completamente inaccessibile, a causa di più frane dove la sede stradale è scomparsa. Così per non restare del tutto isolati appena possibile i residenti, quasi tutti agricoltori, hanno riaperto una vecchia mulattiera denominata Barucci.

«Il martedì mattina del 16 maggio le frane erano già avvenute, tutto era già smottato, non solo sulla strada provinciale che collega Monte Sasso a Mercato Saraceno ma anche in diverse zone del paese, poderi e case - racconta Gianluca Paci coordinatore per la Protezione civile della zona e residente in paese - Così, in accordo con il comune, che comunque aveva aperto un passaggio per le emergenze sulla provinciale, abbiamo deciso di riaprire una strada vicinale ad uso pubblico che da circa 20 anni era chiusa. Ci abbiamo lavorato un intero fine settimana, in 12 persone, con due ruspe, due escavatori, motoseghe, zappe, decespugliatori e via dicendo. Avevamo i nostri mezzi e l’abbiamo rifatta tutta».

Oggi i residenti di Monte Sasso, almeno finché le istituzioni non potranno ripristinare la strada provinciale, possono così scendere in vallata percorrendo i due chilometri di mulattiera fra boschi e campi. Un po’ come nei tempi passati, come hanno ricordato alcuni anziani della zona. «Mio suocero che ha 73 anni ed è sempre vissuto quassù, ha detto che non era mai capitato un disastro di questa entità. Quando la frana è precipitata vicino alla nostra stalla l’ho visto piangere per la seconda volta nella sua vita - continua nel suo racconto Gianluca - Prima che riaprissimo la mulattiera abbiamo fatto come potevamo. Il lunedì sera sono riuscito a recuperare un gruppo elettrogeno ed ho allacciato, fin dove arrivavano i cavi, cinque, sei famiglie vicine. Ma a tutti gli altri mancava anche il gas oltreché la luce. Due famiglie sono state sfollate con un elicottero per una frana pericolosa vicino casa. Sfollato anche un signore anziano assieme ed una famiglia con tre bimbi piccoli di cui uno di 12 giorni perché arrivavano a casa loro le esalazioni di gas essendosi rotto il metanodotto».

Ad oltre dieci giorni dal cataclisma ora la vita a Monte Sasso è parzialmente ripresa in maniera quasi normale. Ci si affretta a tagliare il fieno, almeno nei poderi dove si può ancora andare coi mezzi, ad accudire gli animali e mungere le mucche «Anche se nei giorni in cui eravamo isolati, non potendo conferire il latte alla Centrale del latte di Cesena, ho fatto tanti formaggi he ho distribuito in zona. Noi residenti di Monte Sasso siamo usciti da questa situazione ancora più affiatati. Ora vederemo se ci saranno i fondi per ripristinare la strada e magari una maggiore manutenzione dei fossi più grossi in futuro non farebbe male. Se poi c’è bisogno e col via del comune noi siamo disponibili ad aprire altre vicinali che ci sono e che sono al moneto chiuse, così da non avere più una sola via d’accesso in paese».

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