Mondaino, prova aperta di "Album" al teatro Dimora

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Se d’improvviso tua madre non ti riconosce più, se tuo padre comincia a chiederti ripetutamente la stessa cosa nel giro di qualche decina di minuti, se la loro memoria svanisce all’improvviso, si fa presto a comprendere di cosa si stratta: Alzheimer. Stasera, alle ore 21, la compagnia Kepler-452, al teatro Dimora dell’arboreto di Mondaino, affronterà il tema nel nuovo lavoro dal titolo “Album”, presentato in anteprima, a ingresso libero. E sarà preceduto, alle 20, dall’incontro di Nicola Borghesi ed Enrico Baraldi con il pubblico al quale sarà offerto anche un buffet.

Kepler-452, nata a Bologna, nel 2015, coltiva l’ambizione e il desiderio di aprire le porte dei teatri, uscire, osservare, attraverso la lente della scena, ciò che c’è fuori, nella convinzione che la realtà abbia una forza drammaturgica autonoma, che aspetta solo di essere organizzata.

La compagnia è a Mondaino in residenza creativa fino al 28 ed è qui che il nuovo spettacolo è stato composto. Un progetto sostenuto da Europa Creativa, condiviso dai centri italiani L’arboreto-Teatro Dimora e Pergine Spettacolo Aperto, con gli ungheresi di Pro Progressione nell’ambito di “Stronger peripheries: a southern coalition”.

Durante la loro permanenza Kepler-452, grazie all’Associazione Alzheimer Rimini, ha incontrato e ascoltato le esperienze di sostegno e accompagnamento e anche le storie delle persone con questa patologia, risultate fondamentali per lo sviluppo della loro opera che ha come focus il valore e il rapporto tra memoria personale e memoria collettiva. Un’indagine che parte, come recita il titolo, dall’album di famiglia che di fatto è come una macchina del tempo, ogni fotografia è una storia, e ogni storia una finestra verso un altrove. Dunque si chiedono che cos’è un album, come si fa e se da esso si possono dedurre la vita e le vicende di una famiglia. E da lì partono per capire come si compone la famiglia: sangue, geografie, migrazioni, incontri, addii, abbandoni, ritorni. Sperimentando una spazialità non frontale, e nello stesso tempo utilizzando dispositivi di presa diretta e proiezioni audiovisive, cercano di offrire risposte da storie e immagini raccolte in varie parti d’Italia e d’Europa. Il loro è così divenuto un album scenico senza confini.

«Si tratta – affermano – di un tentativo, di una ricerca, entrambi accesi da un’immagine suggerita dal mondo animale. Un mondo dove ad esempio tutte le anguille, a un certo punto della propria vita, percorrano decine di migliaia di chilometri sul fondo degli Oceani, per ritrovarsi nello stesso posto, a riprodursi, a morire, a rinascere».

Nicola Borghesi, Enrico Baraldi, Paola Aiello e, per la parte organizzativa, Roberta Gabriele hanno realizzato formati teatrali che spaziano dal coinvolgimento in scena di non professionisti, sulla base delle proprie biografie, a reportage teatrali che trasformano indagini sul reale in momenti performativi, alla creazione di percorsi audioguidati e dispositivi di interazione con lo spazio urbano, fino alla realizzazione del Festival 20 30 che, a partire dal 2014, ha portato in scena varie centinaia di under 30 nel tentativo di tracciare un affresco generazionale.

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