Il racconto della Romagna enologica in 30 annate. Non una banale classifica, ma appunto il dipanarsi di una storia che mette insieme territorio, sapori, lavoro dell’uomo e della natura. Ogni vendemmia e produzione ha infatti le proprie peculiarità che segnano diversi fasi di un’evoluzione comune del vino romagnolo. A proporre e illustrare, anche nella pratica dei calici con una grande degustazione che parte dal 1990 e sarà guidata dall’autorevole wine writer Walter Speller, quella che è di fatto la prima “carta delle annate romagnole” sarà l’ appuntamento con “Stella dell’Appennino” il 10 e 11 settembre prossimi al Borghetto di Brola. A proporlo è il gruppo di 11 produttori modiglianesi: Casetta dei Frati, Ronchi di Castelluccio, Fondo San Giuseppe, Lu.Va, Menta e Rosmarino, Mutiliana, Il Pratello, la new entry Pian di Stantino, Il Teatro, Torre San Martino, Villa Papiano, molti dei quali fra l’altro freschi di riconoscimenti da parte della guida Slow Wine che uscirà a breve.
Il racconto delle annate
Il territorio di Modigliana già ha saputo raccontarsi in questi anni mettendo in evidenza gli elementi che ne determinano i vini, ossia l’altitudine, i suoli di arenaria, il bosco, adesso aggiunge alla medesima narrazione anche la variabile tempo, nel senso di anno, ma anche di meteo, perché proprio di questi due ulteriori elementi è fatta una “annata”, enologicamente parlando. «Il racconto del vino è racconto di diversità e originalità, di stagioni eccezionali e coincidenze irripetibili – spiega Renzo Maria Morresi, presidente dell’associazione e titolare dell’azienda Casetta dei Frati –. La nostra carta non stabilisce dei ranghi, ma descrive le annate partendo dalle loro caratteristiche. Un lavoro unico che aggiunge specializzazione alla narrazione che portiamo avanti da anni». Insomma, più che la gerarchia vale rimettere in fila lo svolgersi delle stagioni che hanno determinato profumi, colori, sapori e tannini più o meno intensi, accesi, morbidi o ruvidi. Certamente ci sono quelle occasioni in cui estati luminose ma non troppo calde hanno contribuito a creare annate poi definite perfette, la 1990 o la 2016 solo a titolo di esempio, altre che hanno messo alla prova l’abilità e la pazienza dei vignaioli, la 1996, quelle povere d’acqua e siccitose sempre più frequenti, una per tutte la 2017 ma non è la sola, che diventano vere e proprie imprese. «Modigliana è un territorio con proprie peculiarità, e di anno in anno vediamo che riesce a difendersi bene dai cambiamenti climatici – spiega lo scrittore di vino e produttore Giorgio Melandri, titolare della cantina Mutiliana –. Ha senso ripercorrere questi trent’anni per capire come si è evoluto il vino in Romagna, non solo Modigliana. Abbiamo identificato quattro fasi: le prime delle esperienze dei visionari e dei pionieri dagli anni Novanta ai primi Duemila, il periodo in cui si è cominciato a ragionare di identità, dal 2002 al 2014, quando ci si è calati nella lettura del territorio nel biennio 2015 -2018, e il futuro che dalle ultime vendemmie si proietta in avanti facendo leva sull’artigianalità che è il tratto produttivo che ci unisce tutti».
Il programma
La due giorni (più il lunedì 12 riservato solo ai ristoratori e distributori che hanno già dato ampia adesione) inizia la sera del sabato 10 con la presentazione, dalle 18, del lavoro sulla carta e la cena a invito. Domenica pomeriggio dalle 14 alle 19 il banco d’assaggio con tutte le anteprime e novità (ingresso 15 euro), dove tutti gli appassionati potranno degustare i vini degli 11 produttori che partecipano all’evento. Sempre domenica pomeriggio, dalle 16, si terrà l’attesa degustazione condotta da Walter Speller, prestigiosa firma per i vini italiani di Jancis Robinson, che ripercorrerà in 20 vini, suddivisi appunto in quattro capitoli, la storia dei vini romagnoli non di Modigliana, ma anche di altri territori in particolare Predappio, Serra e Brisighella, dagli anni ’90 ad oggi (costo 35 euro, ma i posti sono andati a ruba, per mettersi in lista di attesa: 320 7979506).
