Misano, l’area commerciale Bandieri non si fa: arriva il no della Provincia

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MISANO. L’area commerciale Bandieri non si fa. Arriva il no della Provincia all’accordo di programma: tra le motivazioni anche il rischio sismico della zona. «Non sussistono le condizioni per la sottoscrizione per assenza di conformità e coerenza con le disposizioni della legge regionale, del Ptcp e dell’accordo territoriale – dicono dalla Provincia –. La documentazione presentata non è stata ritenuta sufficiente per un via libera, sia da un punto di vista delle modalità procedurali che per quanto concerne i contenuti di progetto».

Le ragioni del no.

«Per quanto riguarda assetto e parametri urbanistici – proseguono la Provincia –, l’analisi condotta sulle possibili alternative della viabilità si limita a valutare la diversa posizione del nuovo sottopassaggio senza verificare la possibilità di potenziare quello in via del Giglio. Inoltre, nel valutare le proposte non sono stati presi in considerazione gli aspetti ambientali, come il consumo di suolo o l’interessamento di ambiti tutelati».
In merito alla definizione del masterplan dell’intera area che rientra nell’accordo territoriale «quanto presentato non migliora l’immagine urbana complessiva e le dotazioni ecologiche ambientali del polo funzionale. In merito all’occupazione di suolo, la documentazione fornita non ottempera compiutamente a quanto richiesto, non operando la riduzione richiesta dell’occupazione di suolo dell’insediamento privato». Gran parte dell’intervento, spiegano poi dalla Provincia «insiste poi su un’area soggetta ad elevato rischio di liquefazione in caso di evento sismico».

Ovvero i terreni sabbiosi e ricchi di acque perdono molto rapidamente resistenza e, comportandosi come un liquido denso, fanno sprofondare gli edifici e le costruzioni soprastanti. «Questi aspetti connessi al rischio sismico devono essere approfonditi in sede di accordo di programma e di variante urbanistica, considerate le relative implicazioni sull’assetto complessivo dell’area, e non in fase esecutiva». Tutte queste sono condizioni sine qua non per la sottoscrizione dell’Accordo di programma: «Dato atto – conclude la Provincia – che nonostante l’approssimarsi della scadenza dei termini stabiliti dall’accordo territoriale (il 9 febbraio, ndr), persistono le criticità descritte, non ricorrono le condizioni necessarie per la sottoscrizione».

La politica

Per bloccare la nuova area commerciale c’è stata una levata di scudi che ha visto contrarie tutte le associazioni di categoria e parte della politica. «La situazione è davanti agli occhi di tutti – dice la deputata Elena Raffaelli (Lega) – i grandi centri commerciali esistenti hanno pesantemente danneggiato la rete commerciale locale. È urgente assumere provvedimenti per salvare il piccolo commercio cittadino, che è lo stesso che ha la funzione di presidio dei piccoli centri, dei quartieri e dei borghi e che risulta punto di riferimento indispensabile per i loro abitanti».

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