Misano è la casa di Valentino: "Il dopo-Rossi? È già iniziato"

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Quando tutto è ricominciato, è ricominciato grazie a Valentino Rossi, che ad un certo punto della sua carriera si è evoluto e da pilota che vinceva è diventato l’uomo che divideva le acque, accarezzava i bambini, riapriva gli autodromi. Così dal 2007 il Misano World Circuit si è riaffacciato nella élite dei circuiti che ospitano il Motomondiale, con gli organizzatori che hanno avuto il merito e la bravura di migliorarsi anno dopo anno, nelle strutture e nei servizi. Quattordici anni fa, Rossi ha scelto Misano come circuito di casa e tutti a pensare “che fortuna che ha Misano”. Oggi si guarda l’autodromo e si pensa “che fortuna che ha Valentino”.

Rossi uomo immagine di Misano

Misano è la Woodstock in giallo di Rossi, con decine di migliaia di persone che puntualmente arrivano qui per un solo pilota. Si può dire che Valentino è stato una sorta di presidente del reparto pubbliche relazioni del circuito? «Per certi versi è vero - parte Andrea Albani, direttore del Misano World Circuit - sicuramente Valentino è stato un importantissimo testimonial del nostro territorio, del nostro circuito ma in senso più ampio del motociclismo. L’epopea di Rossi ha dato una svolta a tutto il nostro sport, con tantissimi fan che verranno a festeggiarlo nel week-end e nella seconda gara del 24 ottobre».

L’effetto Rossi è stato decisivo per rivedere il Motomondiale in Romagna dal 2007 ad oggi? «È stato uno degli elementi - precisa Albani - io non voglio dimenticare la storia del nostro territorio, una storia fatta di tantissimi piloti che ha portato a ciò che noi chiamiamo Motor Valley e Riders’ Land, di cui siamo i portabandiera. E allora Valentino ha dato un impulso importantissimo, ma insieme a lui c’era un movimento di piloti famosi nel mondo che ha permesso oggi di portare il circuito e la nostra regione ad altissimi livelli sia sul piano sportivo che su quello industriale».

Crescita

Nel 2007 il circuito di Misano aveva una capienza di 70.000 spettatori, una capienza che col passare degli anni è cresciuta e oggi si registra il “tutto esaurito” con 108.000 spettatori. «Abbiamo avuto la reattività tipica di un gruppo industriale per cui il conto economico deve essere positivo. Il nostro sviluppo è il frutto di quegli investimenti fatti in questi anni. Il Gruppo Financo e la Santamonica Spa hanno sempre reinvestito gli utili e questa lungimiranza ci ha permesso di crescere dal punto di vista infrastrutturale, aumentando il pubblico ma puntando soprattutto sulla qualità, sull’aspetto tecnologico, sulla colorazione con Aldo Drudi, sul brand identity. Abbiamo spinto tanto e gli investimenti stanno dando dei frutti: ora inauguriamo la nuova palazzina che insieme alla “Mwc square” inaugurata a giugno ci proietta verso un futuro che tenga sempre una grande attenzione alla sostenibilità».

Dopo Valentino

Da anni si dice che ci sarà un motociclismo prima di Rossi e dopo Rossi. Voi il dopo-Rossi come lo immaginate? «Guardate che il dopo-Rossi lo stiamo già costruendo, anzi: è stato costruito in questi ultimi dieci anni, ma forse da sempre. C’è un movimento motociclistico in espansione in Italia e in particolare in Romagna, con tanti piloti di casa nostra e altri che qui si fermano a vivere. Per tutti loro, il nostro circuito diventa una grande palestra e siamo diventati centro federale della velocità per alimentare un fenomeno che non vogliamo che finisca con Valentino. Rossi finisce come campione ma rimarrà come manager per i suoi team e porterà da noi i suoi piloti, come del resto sta già facendo».

25.000 spettatori

Le norme anti-Covid impongono un massimo di 25.000 spettatori al giorno solo nelle tribune, con i prati che resteranno chiusi. «I 25.000 spettatori sono frutto di un progetto che vede due principi di base: il green pass e il distanziamento. Noi con 25.000 posti il distanziamento lo garantiamo, spalmando il pubblico su 18 tribune, con 24 gate di accesso e un parcheggio per ogni tribuna. Per mantenere questi parametri, i numeri che possiamo sviluppare sono questi e dobbiamo stare a quota 25.000. Certo, se nelle prossime settimane arriveranno evoluzioni positive, allora potremmo mettere un po’ mano a questo limite, però al momento il quadro è questo. Abbiamo montato tante tribune e a questo punto abbiamo 60.000 posti a sedere, ma col distanziamento siamo costretti a “bruciarne” un bel po’».

L’anno scorso di questi tempi ci fu il battesimo del fuoco del Gran Premio al tempo del Covid: avevate un pizzico di apprensione in più? «Noi ci abbiamo sempre creduto. Abbiamo tanti spazi e quella del 2020 l’abbiamo vissuta innanzi tutto come sfida al momento epocale che stiamo ancora vivendo. Alla resa dei conti, credo che il 2020 abbia dato quei risultati che ci permettono di essere reattivi anche quest’anno, districandoci tra tante normative nazionali e le circolari delle federazioni».

Maradona e gli altri

Da oggi a domenica la squadra di Misano torna in campo e ci sono circa 1.200 persone al lavoro ogni giorno al circuito. Ripensando a tutti gli ospiti portati a Misano per l’effetto-Rossi, Maradona è stato il più difficile da gestire? «Ma no, alla fine gli ospiti più o meno famosi non sono mai difficile da gestire - conclude Albani - e sapete perché? Perché alla fine la gente che viene qui vuole divertirsi ed è contagiata dal clima di festa. Tutti i personaggi che vengono al circuito per il Gran Premio sono coinvolti in un momento di gioia, dalla passeggiata nel paddock fino alla visita ai piloti. Quest’anno purtroppo sarà più dura con le restrizioni, ma prima o poi la festa ricomincerà in tutto e per tutto».

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