Milano Marittima, Pineta, colpo di scena: revocata la liquidazione

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Nella saga infinita del Pineta si inserisce un nuovo colpo di scena, destinato a sconvolgere gli equilibri che si erano provvisoriamente creati con la recente riapertura dello storico locale di viale Romagna: la Corte d’Appello di Bologna ha infatti accolto il ricorso che era stato depositato a dicembre dal legale di Andromeda Srl, l’avvocato Andrea Santini, contro la sentenza di fallimento pronunciata dal Tribunale di Ravenna. In sostanza, viene revocata la liquidazione giudiziale della società che aveva in gestione la discoteca di Milano Marittima fino al marzo dell’anno scorso, quando le subentrò Hdp22, sempre riconducibile all’imprenditore Marco Amadori. 
La decisione della Corte d’Appello felsinea ora apre a una nuova stagione di incertezze, anche perché con ogni probabilità Andromeda intenderà fare valere quelli che ritiene essere i propri diritti, dopo essersi trovata per mesi con le mani legate da una serie di procedimenti giudiziari incrociati. Gli scenari futuri, quindi, sono difficilmente prevedibili ed è possibile che i contratti stipulati con la curatela fallimentare nell’ultimo periodo risultino non più validi alla luce della sentenza di ieri, a cominciare dalla firma decisiva che aveva consentito alla società milanese Manta, legata al Just Me, di entrare in partita. Ma potrebbe essere la stessa Procura a muoversi per chiedere un rinnovo della liquidazione giudiziale, senza escludere che ad avanzare una simile istanza sia anche qualcuno dei creditori di Andromeda: sulla società pesa un debito di circa un milione e mezzo di euro. Insomma, le incognite sono numerose e vanno a complicare un quadro in cui avevano già trovato spazio anche un sequestro preventivo, uno sfratto e molteplici aste per l’affitto di un ramo aziendale.
A motivare l’appello presentato da Andromeda contro la liquidazione decisa dalle toghe ravennati vi era principalmente una questione formale relativa ai primi ricorsi contro la società, e in particolare riguardo alla notifica degli stessi: l’ex gestore lamentava di non avere ricevuto le informazioni necessarie a predisporre la costituzione in giudizio, sostenendo così che il suo diritto alla difesa fosse stato violato. Sta di fatto che la Corte d’Appello ha revocato la liquidazione considerando «nulla» la notifica e ora anche l’avvocato Santini esce dal silenzio stampa, strategia comunicativa che era stata scelta per non interferire con il lavoro della magistratura: «Siamo molto soddisfatti dell’iter giudiziario, perché conferma quelle che fin dal primo momento sono state le nostre tesi - dichiara -. Chiaramente questo impatterà in maniera decisiva sulla legittimità di quanto era accaduto dopo la sentenza di fallimento. Se ci sono responsabilità andranno accertate nella sede opportuna. Ma ora tutto è stato rimesso in discussione».

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