Michela Guidi e "La scuola magica"

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N el giro di tre anni la scrittrice riminese è al suo terzo libro con Feltrinelli. Dopo “La leggenda del paese dove nascono le parole” ed “Ecciù! La biblioteca ha il raffreddore”, è in uscita “La scuola magica”, presto in tutte le librerie. A Rimini è nata una nuova stella della letteratura per l’infanzia, è Michela Guidi, riminese, laureata in Conservazione dei beni culturali ramo archivistico-librario e bibliotecaria del Campus universitario di Rimini: una vita in mezzo ai libri, una passione che continua scrivendo storie per bambini. Sta per uscire il suo nuovo libro “La scuola magica”, per Feltrinelli Kids, come gli altri illustrato dalla giovane disegnatrice romana Shu Garbuglia. Michela ha partecipato al Salone del libro di Torino per presentare la sua prima pubblicazione ed entrambi i libri pubblicati negli anni scorsi sono stati presentati alla Biblioteca Gambalunga di Rimini. Ora attendiamo la presentazione della nuova storia di questa autrice alta, bionda con gli occhi azzurri che, con il suo sorriso dolce e la sua gentilezza, sembra incarnare proprio la fatina dei bambini.

Michela, lei di mestiere fa la bibliotecaria, perciò immaginiamo che a monte ci sia una grande passione per i libri e le storie in generale.

«Proprio così. Prima che un’autrice, io mi considero un’appassionata lettrice. L’amore per le storie è iniziato durante l’infanzia ed è stato supportato da due adulti molto attenti alla mia inclinazione: mia madre, che non mi ha mai fatto mancare i libri, e la mia maestra, che mi ha sempre incoraggiata nella scrittura.

Qual è il motivo che l’ha spinta a diventare un’autrice per bambini?

«Ai bimbi, che mi fanno spesso questa domanda, rispondo: perché volevo scrivere per la parte migliore dell’umanità. E perché dentro di me si nasconde ancora la Michela bambina, che guida la mia penna e orienta il mio sguardo sul mondo. La scrittura per l’infanzia è molto impegnativa, perché richiede infinite attenzione e cura. Ma se mi permette di regalare anche una sola emozione, anche un solo piccolo sorriso: ecco, mi sento immensamente onorata!».

Lei è arrivata a pubblicare con Feltrinelli tramite un concorso letterario, vero?

«Esatto. Nel 2017 ho vinto, grazie alla fiaba “Valblabla”, il trofeo “Baia delle favole” nell’ambito del Premio Andersen di Sestri Levante. Da lì è iniziato il grande sogno della pubblicazione con una casa editrice così prestigiosa».

Com’è nato il sodalizio con Shu Garbuglia?

«Shu è stata selezionata direttamente da Feltrinelli e la nostra intesa è stata immediata. Nonostante la giovane età, ha un talento e una professionalità incredibili: riesce a entrare nel cuore delle mie storie e a renderle più belle».

Ci parli dei suoi primi libri, com’è nata l’ispirazione?

«“La leggenda del paese dove nascono le parole” (2019) ha avuto origine dalla sopracitata “Valblabla”, che a sua volta era stata ispirata da un bigliettino scritto da mio figlio. “Ecciù! La biblioteca ha il raffreddore” (2020) è nato in tempi “non sospetti” per raccontare l’amore per i libri e per la lettura ma poi, essendo uscito poco prima dello scoppio della pandemia, è stato utilizzato moltissimo anche per spiegare ai bambini come si diffondono i virus».

Quante soddisfazioni le sono arrivate da queste pubblicazioni?

«Molte di più di quanto mi sarei immaginata, tradotte in particolar modo in nuove e meravigliose conoscenze. La più bella, però, è stata questo complimento, ricevuto da una piccola lettrice al termine di una presentazione in libreria: “Che bello, Michela, pensi proprio come me! Hai il cervello di una bambina di otto anni!”».

Cosa ci può dire di questo suo ultimo lavoro?

«La scuola magica racconta la vita segreta della scuola quando gli alunni e le maestre non ci sono, ma invita anche i lettori a riflettere sull’importanza del cambiamento come tappa fondamentale del percorso di crescita: protagonista è Blu, un banco che non accetta di doversi separare dal suo bambino, pronto per andare alle medie».

Michela, lei è madre di un ragazzino di quindici anni, come tanti di noi sta affrontando la fase dell’adolescenza e del cambiamento dei propri figli, il passaggio alle superiori e il distacco dai genitori, perciò possiamo dire che questo suo ultimo libro ha qualcosa di autobiografico? Non a caso il blu è il colore dei suoi occhi.

«Direi che ci ha proprio visto giusto, d’altronde tra mamme ci capiamo».

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