Elemento trainante dell’economia riminese, per il potenziamento del mercato ittico bisogna attendere ancora. È previsto infatti a giugno l’incontro col Ministero a Roma per capire se esistono margini di “manovra” per sbloccare il finanziamento per il nuovo mercato del pesce e le opere di edilizia sociale allegate.
In numeri
Tra gli ultimi dati disponibili sull’attività della “Blue economy”, Rimini emerge infatti con un ruolo centrale sia nel sistema economico dell’area Romagna, sia in quello nazionale. Un aspetto che, in particolare per il comparto pesca, ha una notevole rilevanza, come risulta anche dall’ultimo rapporto sull’economia del mare (2022) di Infocamere, e come ripreso anche dall’ufficio Informazione economica della Camera di commercio della Romagna. Rilevanza fondamentale, considerata la presenza di importanti imprese del settore, il numero di occupati e della consistente creazione di ricchezza, che agisce anche come moltiplicatore del valore aggiunto nel territorio. Nello specifico, tra i numeri pubblicati nel focus sull’economia del mare della provincia di Rimini, quelli del comparto pesca e acquacoltura mettono in evidenza la grande importanza di questo settore: con le sue 88 imbarcazioni da pesca (iscritte nel porto di Rimini e Riccione) e 300 persone imbarcate, 2.423 Gt di stazza lorda dei pescherecci associati alla principale cooperative della marineria locale (iscritte nel porto di Rimini e Riccione), 16.784 quintali di volume di pescato gestito nel mercato ittico locale (per circa 10 milioni di euro di fatturato diretto annuo) e sette impianti di acquacoltura. A questi dati si aggiungono anche i numeri della filiera ittica, con 450 imprese in provincia che rappresentano il 13,9% degli occupati nel comparto pesca sul totale degli occupati nel settore dell’economia del mare della Provincia di Rimini. In particolare la filiera ittica riminese rappresenta il 7,6% delle imprese afferenti alla “Blue economy” della provincia. Mentre il 5,1% è costituito dalla filiera della cantieristica e l’1,9% si sviluppa nei servizi di trasporto merci e passeggeri via mare. Numeri che giustificano la ferma volontà dell’Amministrazione e l’esigenza del territorio di portare avanti progetti fondamentali come quello del mercato ittico.
La nota dolente
Un tema noto per le recenti difficoltà del progetto “Centro servizi polivalente per la pesca e l’acquacoltura”, che adesso sarà oggetto di un approfondito confronto a Roma. Si terrà all’inizio del mese di giugno l’incontro al Ministero (Masaf) con il capo dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare, della pesca la direzione generale della Pesca marittima e dell’Acquacoltura, in merito al finanziamento del progetto che rappresenta il cuore del complessivo programma di riqualificazione del polo funzionale del porto.