Marmolada, da Rimini l’elicottero che trova dispersi coi cellulari

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E’ rientrato a Rimini ieri, per termine missione, l’elicottero Volpe 502 del Roan-Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza cittadino impegnato nella ricerca delle persone disperse sul ghiacciaio della Marmolada. Ma «se fosse necessario, è pronto a ripartire», assicura il tenente colonnello Fulvio Furia, comandante del Roan.
Ricerche senza sosta
Nel primo pomeriggio di domenica, nelle vicinanze di Punta Rocca, lungo l’itinerario di salita della via normale per raggiungere una delle vette della Marmolada, un blocco di ghiaccio si è staccato travolgendo chi si trovava sotto.

Il bilancio attuale è di sette vittime (solamente quattro quelle identificate, tutte italiane, due in fase di riconoscimento e una che tuttora rimane sconosciuta), otto feriti (di cui due gravi e uno dimesso), e cinque dispersi, tutti italiani (altre otto persone che si credevano disperse sono state rintracciate).

Le ricerche, in alcuni momenti ostacolate dal maltempo, vanno avanti senza sosta con gli elicotteri e con i droni, per non mettere in pericolo altre persone a fronte del rischio di ulteriori crolli. Il Soccorso alpino, però, sta pensando a un’ispezione direttamente sul ghiacciaio, con il supporto delle unità cinofile.
A rendere il Volpe 502 lo strumento ideale per la ricerca è la sua strumentazione all’avanguardia. «Operiamo sulla Regione Emilia-Romagna e, per quanto riguarda il reparto volo, anche sulle Marche – premette Furia –. Però, in caso di necessità, la centrale operativa del comando generale della Guardia di Finanza può disporre dei nostri mezzi dovunque sia necessario». E «recentemente, siamo stati allertati più volte, questa è solo l’ultima, perché da un anno a questa parte disponiamo di un velivolo che è l’ultimo modello, l’AW169 – aggiunge –. E’ stato recentemente dotato di una sofisticata strumentazione, l’Imsi Catcher, che è in grado non solo di rilevare il segnale dei cellulari, magari di una persona scomparsa, di una persona dispersa, ma di selezionare un cellulare specifico, una volta che conosciamo il numero di telefono». Ecco, dunque, che «lunedì mattina ci ha contattato la centrale operativa del comando generale – continua Furia –. All’ora di pranzo eravamo già in zona operazioni, con il tenente colonnello pilota Antonio Maggio e il luogotenente pilota Massimo Vergine. Abbiamo fatto base a Predazzo-Passo Rolle perché ci sono anche le nostre squadre del Soccorso alpino. Un’importante articolazione della Guardia di Finanza è il Sagf (Soccorso alpino Gdf, ndr), e quindi operiamo con loro e anche con il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico». Fra l’altro, «siccome la Guardia di Finanza è inserita nel contesto del sistema di Protezione civile nazionale, abbiamo un protocollo di intesa nazionale specifico con il Cnsas, e lo abbiamo replicato a livello regionale con il Saer-Soccorso alpino Emilia-Romagna, che ha sede a Reggio Emilia – prosegue –. Ed è il motivo, ancor di più, per cui veniamo chiamati in relazione a queste emergenze».

 

 

 

 

 

 

 

 

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