Marina di Ravenna, con i fondi Eni ecco gli infermieri di famiglia

Alla casa della salute di Marina di Ravenna arriva l’infermiere di famiglia e di comunità, primo esperimento di una figura che potrebbe diventare presto una delle pietre angolari della sanità territoriale. A pagare il progetto sarà l’Eni: il Cane a Sei Zampe metterà a disposizione 120mila euro divisi in tre annualità per la sperimentazione. L’Ausl Romagna ha messo a punto nei giorni scorsi l’idea: si vuole sostenere la presa in carico di persone affette da patologie croniche (dagli scompensi cardiaci al diabete) e l’identificazione di nuovi pazienti. L’infermiere di famiglia, anche attraverso attività domiciliari, accompagnerà i pazienti nel contesto dell’individuazione dei bisogni e dell’ingresso nei percorsi sanitari necessari. Secondo quanto spiega l’azienda sanitaria «le peculiarità di questo nuovo modello infermieristico applicato all’assistenza domiciliare consistono nella proattività di intervento in stretta sinergici con i medici di medicina generale». L’intervento dell’infermiere si esprime a livello individuale familiare attraverso interventi diretti e indiretti che hanno come destinatari la persona, la sua famiglia e le persone di riferimento. La sua offerta assistenziale è «capace non solo di garantire prestazioni, ma anche di anticipare la lettura dei bisogni ancora inespressi, con l’obiettivo finale di accompagnare i cittadini nel loro percorso di gestione del processo di salute e di vita, del quale diventano protagonisti portando alla luce i potenziali di cura dei singoli e delle famiglie». L’Ausl prenderà in carico dal 2026 i costi dell’infermiere di famiglia ma i primi tre anni saranno coperti dall’Eni. Non è il primo protocollo stretto tra l’azienda energetica e quella sanitaria romagnola: c’è in essere un contratto per il soccorso delle persone dei dipendenti Eni nelle piattaforme. Inoltre, nel 2020, l’Ospedale Santa Maria delle Croci è stato destinatario di dispositivi di protezione ed equipaggiamento medicale – nel pieno della pandemia – per un equivalente di 200mila euro. Marina di Ravenna non è una sede scelta a caso: qui Eni ha da anni un importante presidio e il Distretto Centro-Settentrionale, si legge nella relazione illustrativa del progetto, «ha interesse ad avviare un percorso di collaborazione in ambito salute delle comunità per rafforzare il proprio impegno verso lo sviluppo socioeconomico del territorio ravennate». Il confronto con l’Ausl Romagna è partito dal 2021 ed è passato anche attraverso un’analisi dei numeri dei pazienti cronici, target a cui come detto è rivolto il progetto: nel territorio del mare ci sono 161 pazienti con scompenso cardiaco, 360 con broncopneumopatia e quasi un migliaio di diabetici. Seguiti da un totale di otto medici di famiglia (sono compresi quelli della Casa della Salute di Lido Adriano), potranno contare dai prossimi mesi anche sulle visite della nuova figura dell’infermiere di comunità.

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