L’ultima frontiera dello spaccio albanese: i pusher low cost

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L’ultima frontiera dello spaccio albanese: i pusherlow cost. Li “portano” in Italia, offrono loro vitto, alloggio, un piccolo stipendio e qualche volta anche la bicicletta con cui muoversi nelle isole pedonali senza dare nell’occhio.

E dopo una specie di vacanza-lavoro a Rimini, allo scadere dei tre mesi del visto turistico, li rispediscono in patria con tanti ringraziamenti. Fanno parte di questa nuova frontiera di insospettabili, prestati per bisogno alla criminalità, il ragazzo di trenta anni arrestato dagli agenti della polizia locale e il ventitreenne suo presunto complice, sfuggito invece alla cattura nell’ambito del medesimo blitz.

I due sono sospettati di aver alimentato nelle ultime settimane un discreto giro di cocaina nel Riminese. Una circostanza che non è passata inosservata. Agli agenti della squadra giudiziaria della polizia locale di Rimini è arrivata una “soffiata” molto circostanziata. Da tempo, con la collaborazione dell’unità cinofila, gli agenti sono sulle tracce dei pusher albanesi “temporanei” sguinzagliati lungo la riviera romagnola e in particolare a Rimini. Persone senza precedenti, a volte studenti che si pagano gli studi, o disoccupati, ma soprattutto incensurati così da non destare sospetti quando incappano in qualche controllo. Qualcuno deve averli istruiti anche sulle modalità di spaccio: i due stazionavano, in attesa dei clienti, dalle parti di un cassonetto di rifiuti. Fingevano di andare a buttare la spazzatura ogni volta che uscivano per cedere le “dosi”. Il magistrato (pm Davide Ercolani) ha autorizzato la perquisizione delle due stanze che i giovani albanesi occupano da qualche tempo in un hotel nella zona di via Messina. Uno di loro (F.E.) nascondeva cinque dosi di coca e soldi: è finito in manette. L’altro non era in stanza (ma anche lui aveva nel cassetto una bella sommetta). In un vano di ispezione idraulica gli agenti hanno trovato altri 9,5 grammi di cocaina. L’arrestato, difeso da Massimiliano Orrù, ieri è stato condannato a otto mesi, pena sospesa.

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