Lugo, risolto il caso del refuso nel contratto per gli impianti a led

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  • 16 settembre 2023

Per colpa di un refuso nella redazione di un contratto il Comune di Lugo ha rischiato di spendere centinaia di migliaia di euro in più. Tuttavia, senza bisogno di un lungo e probabilmente articolato contenzioso, tra la Rocca e il raggruppamento temporaneo di imprese formato da Hera Luce e Gamie si è giunti a un’intesa: il perfezionamento del contratto di finanza di progetto, in merito a una concessione trentennale, stipulato nel 2019 e grazie al quale si è proceduto alla progressiva sostituzione dell’illuminazione pubblica con impianti a led. La delibera approvata dalla giunta interviene sul contenuto della formula contrattuale e chiarisce, in accordo tra le parti, il contenuto del rimborso della quota energia. Il problema nasceva dal fatto che l’interpretazione di quel contratto era un po' ambigua, anzi era sfavorevole per le casse comunali: evidentemente qualcuno negli uffici in Rocca se n’è accorto, almeno così pare dalle motivazioni che hanno portato con una certa fretta ad approvare il documento di interpretazione e integrazione al contratto di concessione. «Da una approfondita analisi di un articolo del contratto relativo alla “Rivalutazione” è emersa una incongruenza nella formula per l’aggiornamento annuale per la quota del canone di energia elettrica - viene spiegato in premessa -. Nel contratto compare infatti una formula diversa e non prevista sul bando di gara oltreché diversa dal progetto approvato. Inoltre, non sono riportati i riferimenti alle imposte e agli oneri aggiuntivi, benché citati sul progetto e sul bando. Di conseguenza la stesura di quell’articolo, frutto presumibilmente di un refuso, produce alcune rilevanti incertezze applicative». Ma il problema rimane, perché quel contratto risulta vincolante per le parti: «Da un lato, l’Amministrazione a fronte dei continui incrementi del prezzo dell’energia elettrica richiede l’applicazione dei benefici sulle imposte introdotti dal Governo, in grado di calmierare la dinamica del prezzo (previsti dal progetto e dal bando di gara ma in sostanza non riportati e recepiti nel contratto) - prosegue la spiegazione - e dall’altro, lo stesso concessionario reclama una lettura della formula conforme agli atti di gara, per ragioni di natura sia formale che sostanziale». Da qui la necessità di approvare quel documento ed evitare di buttare una montagna di soldi. In questo modo, infatti, l’Amministrazione rimane indenne rispetto a una quota rilevante degli aumenti dei costi energetici su cui il Governo è intervenuto. Dalla Rocca sottolineano che «si può stimare il risparmio, retroattivo, nel periodo 2020-2022 in circa 1 milione di euro». Del resto, tutto l’investimento relativo al contratto ha fortemente diminuito i consumi energetici, portandoli da 3.722.214 a 1.253.671 Kwh/anno. In questo modo anche i picchi dell’energia dello stesso triennio hanno inciso in modo minore su quello che potrebbe essere stato il costo in assenza di questa operazione. All’Amministrazione, inoltre, è stata rimborsata la quota corrispondente ai minori costi registrati nella fase sperimentale di spegnimento notturno adottata nei mesi scorsi.

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