Lo chef che difende il mare, al via il sito Hadria 37

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La prima volta ne parlammo su queste pagine nel settembre del 2000. Il primo passo fu appendere delle gigantografie dei suoi “ritratti ai pesci” dell’Adriatico al Mercato coperto di via Castelfidardo a Rimini, alla fine del fermo pesca. Ora il progetto Hadria 37 dello chef stellato Mariano Guardianelli del ristorante riminese Abocar ha fatto il salto successivo. I suoi “ritratti” realizzati con l’antica tecnica giapponese del gyotaku in cui ormai ha acquisito una buona sicurezza pittorica, hanno attirato anche l’attenzione del mondo artistico, hanno coinvolto nel progetto altri colleghi chef come era nelle sue intenzioni, ma soprattutto finalmente è approdato on line l’e-shop delle stampe, e anche delle t-shirt, che contribuiranno a finanziare l’attività della Fondazione cetacea che sta per prendere casa proprio a Rimini.

Il mare dipinto

La tecnica del gyotaku consiste nell’imprimere le sembianze di un pesce su carta di riso dopo averlo inchiostrato con il nero di seppia. Una tecnica di stampa tradizionale nata a metà Ottocento in Giappone tra le comunità di pescatori che in questo modo immortalavano le dimensioni e l’aspetto delle loro prede migliori che poi utilizzavano ai mercati come una sorta di manifesti “pubblicitari” per promuovere la propria abilità. Mariano Guardianelli fa il ritratto ai pesci adriatici che passano dalla sua cucina per sensibilizzare rispetto al consumo consapevole di varietà del nostro mare, con un occhio attento anche alla stagionalità. Hadria è infatti il nome antico dell’Adriatico, 37 la zona di pesca Fao dell’intero bacino mediterraneo, che lo comprende. Per ora fanno mostra di sé le silhouette di zanchette, razze, soasi, San Pietro, triglie, sardoncini, su magliette e serigrafie che ora si possono acquistare. «Poi vedrò di ampliare la gamma di ritratti, ma intanto vorrei che questo progetto prendesse piede non certo per vendere magliette o stampe, ma proprio per moltiplicare il messaggio che mi sta a cuore e che riguarda la salvaguardia del nostro mare – dice lo chef –. Poi vorrei moltiplicare le adesioni da parte dei miei colleghi». Ad esempio ha già una delle magliette Davide Di Fabio de La Gioconda di Gabicce, Marco Ambrosino del 28 Posti di Milano, promotore a sua volta del progetto Collettivo Mediterraneo, ha lodato l’iniziativa. Guardianelli pensa anche a coinvolgere cuochi giapponesi e ad ampliare la rete. «Il messaggio è: conoscere i pesci del nostro mare, rispettarne la stagionalità, ma soprattutto essere flessibili nel creare i nostri menù in base alla loro reperibilità – dice da tempo lo chef –. Questo comporta certamente un impegno in più in cucina, ma sono convinto che se ognuno fa la sua parte, anche piccola, qualcosa può migliorare». Con i ricavati si impegna a sostenere chi del benessere del mare e delle creature che lo abitano si occupa ogni giorno, in particolare la Fondazione cetacea che salva tartarughe e delfini che restano impigliati, e già coinvolge i pescatori della costa romagnola nella progettazione e utilizzo di reti meno impattanti, nonché alla raccolta della plastica in mare.

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