L’industria accelera, crescono fatturato, ordini e investimenti

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Dopo le pesanti cadute del 2020, in Emilia-Romagna l’attività produttiva è in ripresa, anche se non ancora in tutti i settori e con alcune criticità, che potrebbero frenare la ripartenza. Nei primi tre mesi dell’anno, comunque, sono evidenti i segnali di ripresa per produzione, fatturato e, ancora di più, per gli ordini. Un’inversione di tendenza, certificata dall’indagine congiunturale sul primo trimestre 2021 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo, che pone fine alla più forte recessione industriale mai sperimentata dopo quella del 2009.

Produzione

Nel primo trimestre il volume della produzione delle piccole e medie imprese dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna ha recuperato parzialmente la perdita subita nello stesso trimestre dello scorso anno, mettendo a segno una crescita del 3,8%. Nello stesso tempo, è tornato positivo, risalendo da -17,7 a +18,2 punti, il saldo tra la quota di imprese che hanno rilevato un aumento e quelle che hanno riferito una riduzione della produzione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

Vendite

Il valore delle vendite (+4,1%) è superiore rispetto allo stesso periodo del 2020, mentre il fatturato estero risulta meno dinamico (+3,7%). L’andamento degli ordini, interni ed esteri, evidenzia prospettive di recupero dell’attività industriale regionale una volta consolidata la ripresa in Italia e in Europa: il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini, 10,4 settimane, è al di sopra dei valori registrati nel 2019, anche se inferiore al 2018. Il grado di utilizzo degli impianti è risalito (di quasi dieci punti dal 2020) al 75,1%, dato non di molto inferiore allo stesso trimestre del 2019 (76,3%).

I settori

L’industria alimentare ha fatto segnare una leggera frenata, nonostante una forte ripresa dei risultati e delle prospettive: questo attestano i dati su produzione (-2,4%) e fatturato (-1,5%), nonostante una ripresa decisa delle vendite sui mercati esteri (+3,2%) che depone favorevolmente per il futuro. Difficoltà per il sistema moda, che vive ancora la peggiore condizione congiunturale tra i settori considerati: forte la caduta della produzione (-4,5%), più contenuta per il fatturato complessivo (-3,3%), si è alleviata però la tendenza negativa del processo di acquisizione degli ordini complessivi (-2,8%), anche grazie a una quasi stabilizzazione dei risultati della componente estera (-1,3%). In recupero l’industria del legno e del mobile per fatturato (+6,0%), grazie anche all’apporto della forte ripresa della componente estera (+8,5%), tornata ai livelli del primo trimestre 2019, e per la produzione (+4,2%). La ripresa è evidente per l’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche, caratterizzata da una fitta rete di piccole e medie imprese al centro di molteplici catene produttive: fatturato +7,2%, produzione +6,3%, ordini +8,3%. Fiducia anche per le industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto che mostrano evidenti segni di un deciso miglioramento (fatturato + 5,2%, produzione +6,3%, e soprattutto per gli ordini +9,3%). Anche l’evoluzione congiunturale del gruppo eterogeneo delle ‘altre industrie’ (che comprende chimica, farmaceutica, plastica, gomma e trasformazione dei minerali non metalliferi, ovvero ceramica e vetro) testimonia della parziale ripresa in corso (fatturato +4,8%, produzione +3,8%, ordini +5,1%).

Le dimensioni aziendali

Nel primo trimestre 2021 l’inversione della tendenza in positivo si è realizzata per tutte le classi dimensionali delle imprese.

Le più grandi hanno avuto performance migliori: migliore la dinamica per le imprese con numero di addetti compreso tra 10 e 49 (produzione +4,9%, fatturato +6,0%, ordini +6,1%) e le imprese con 50 addetti e oltre (produzione + 4,1%, fatturato analogo +3,9%, sostenuto dal mercato interno, data una minore accelerazione del fatturato estero +3,3%).

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