Lido di Dante, spiaggia naturista invasa da detriti, ma la Bassona non si può pulire

A vederla così verrebbe da chiamarla “Cannes”. Invece è come si presenta un tratto della spiaggia a Lido di Dante dopo l’alluvione. La furia dei fiumi ha scaricato in mare migliaia di canne che poi le onde hanno spinto sulla sabbia nella quale vorrebbero potersi stendere i tanti frequentatori di una delle rare spiagge naturiste, forse quella più famosa e impropriamente chiamata nudista. Talmente legata alla natura che all’uomo non è concesso intervenire. In quell’area infatti, proprio perché considerata riserva naturale di biodiversità, tutto ciò che di ecologicamente compatibile trasportano le acque non può essere rimosso. Se la norma è ben accetta nella zona interdetta per non compromettere la nidificazione del fratino, appare meno comprensibile nel tratto frequentato da chi vuol prendere il sole senza vestiti. «Neanche in quel tratto non si può intervenire meccanicamente per la pulizia – conferma il tenente colonnello Giovanni Nobili del Reparto Carabinieri Biodiversità di Punta Marina –. Tuttavia, visto l’eccezionalità dell’evento si sta valutando con l’Amministrazione comunale una soluzione diversa». E così le polemiche di turisti ed esercenti, a differenza dal sole, non si sono fatte attendere. La spiaggia libera di fatto non lo è più, almeno non da quelle canne che ne riducono lo spazio fruibile. Anche i bagnini di salvataggio sono stati costretti ad aprirsi delle corsie per il pattino che dalla torretta deve poter scivolare in acqua in maniera agevole. «Sono più di due settimane che la situazione è questa – conferma una coppia di turisti bolognesi – e diventa problematico trovare uno spazio in cui potersi stendere. Ma se in questi giorni può essere solo un disagio, nel weekend diventa sicuramente un problema, ancora di più per i tanti trasfertisti che si dovranno informare se qualcuno l’ha ripulita». Quel qualcuno, peraltro, in molti casi è rappresentato dai singoli frequentatori che per farsi spazio le spostano sempre più indietro. Ma c’è anche chi quelle canne se le è caricate in spalla e le ha accatastate a ridosso di due diverse dune. «In realtà per me ora è diventato addirittura più pericoloso – osserva un cliente del camping retrostante – perché col sole si seccheranno presto e se prendono fuoco è un casino, anzi un disastro». «Sono a conoscenza delle lamentele – conferma il presidente della Pro Loco Lido di Dante, Andrea Scarabelli – ma se vogliamo continuare a chiamarla naturista dobbiamo lasciarla così. Nel tratto con gli stabilimenti balneari per la pulizia si è proceduto meccanicamente, ma quella è una spiaggia regolata da norme ben precise».

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