Libri per ragazzi: Giacomoni e la storia di Zero

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Può un libro per bambini aiutare i giovanissimi a rispondere agli interrogativi più grandi e complessi, e al tempo stesso farli divertire e sostenerli nella loro quotidianità?

Se l’è chiesto Chiara Giacomoni, docente di Analisi matematica all’Università degli Studi della Repubblica di San Marino e autrice de La straordinaria storia di Zero, volume edito da Pane e Sale, appena uscito per le Edizioni Theoria.

La favola – impreziosita dalle coloratissime e divertenti tavole firmate da Manuel Bruno – racconta di Zero, protagonista isolato e solo, che si rende conto di quanto in realtà la sua unicità lo renda speciale: inizialmente escluso dai giochi matematici che gli altri numeri “animati” riescono a creare, scopre che in realtà, a seconda della posizione che sceglie di avere, è capace di dare forma a qualsiasi cifra, fino a proiettarsi verso l’infinito («era il pezzetto mancante, quello che completava e dava significato al tutto»).

«Il volume – afferma la sua autrice – è sorto dalla constatazione di quanto sia complesso e al tempo stesso affascinante per gli studenti comprendere il concetto di infinito: perché allora non provare a spiegarlo anche ai piccolissimi attraverso la magia della fiaba, l’incanto dei colori e la raffigurazione di un concetto così profondo, sullo spazio fisico della pagina grazie al supporto delle illustrazioni?».

Il testo, che si configura come il primo appuntamento di una serie di storie inserite in un percorso editoriale che ha catalizzato già numerosi consensi, non affronta solo il concetto matematico dell’infinito offrendolo alla comprensione intuitiva degli alunni delle elementari, ma declina il tema dell’unicità, toccandone tutte le possibili declinazioni.

Infatti, afferma Giacomoni, «Credo che questa possa essere la favola di tutti: a chi non è capitato di sentirsi uno Zero in un momento particolare della propria vita? Il segreto non è quello di non sentirsi Zero, ma di trovare all’interno di sé la forza, il desiderio di realizzare le proprie aspettative più intime». Ecco che allora la favola scritta dalla professoressa diventa anche un inno a trasformare la propria diversità non in mancanza, bensì in importante risorsa per far emergere nella quotidianità l’essenza e l’unicità di ogni individuo.

Una fiaba capace di creare un ponte tra la concreta quotidianità dei giovanissimi e il loro bisogna di risposte… infinite.

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